L’UMBRIA DI CHI HA TRENT’ANNI

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Esiste un’Umbria senza veli, che si racconta con il realismo dei giovani trentenni e che si lascia vedere dentro inquadrature che non sanno di ostentazione? Ho visto qualcosa che può sottintendere la risposta a questa domanda nei filmati di promozione della seconda serie di “docufilm” che il regista Andrea Sbarretti farà uscire a Terni, nel Politeama Cityplex, dal prossimo 3 ottobre. La serie si intitola “Io rifletto” ed è il seguito di un analogo prodotto nel quale siamo stati portati in una regione che, come prima cosa, non sembra conoscere la differenza fra i due territori provinciali. Mi ha molto colpito, infatti, che, sotto un’unica visione delle cose, si potesse andare da Civitella del Lago e Guardea a Terni a Sant’Arcangelo-San Feliciano-Passignano, a Cascia e a Roccaporena, a Narni, a Spoleto per poi ritornare a Terni realizzando filmati e interviste, supportati da narrazione, sui disagi che porta la civiltà del benessere, su facebook, sull’ “infrascarsi” al Trasimeno, sui fedeli di Santa Rita, sui templari di Narnia, sulla salute pubblica e sulle lettere d’amore spedite a San Valentino. Il collage della seconda serie, stando ai trailer, si rivela ancora meno “costruito” del precedente, nel senso che l’intervista, molto presente nella prima serie, si scioglie in una maggiore movimentata vocalità dei singoli personaggi che interpretano se stessi e prendono e mantengono la parola dall’inizio alla fine.

Eccola, dunque, l’Umbria senza veli, questa volta concentrata tutta nella provincia di Terni, ma ugualmente significativa, credo, dell’intero territorio regionale, perché non è possibile che lo stesso tipo di reazioni davanti alla telecamera non si registri in provincia di Perugia quando a parlare sono giovani trentenni e giovanissimi adolescenti. Il protagonista del primo episodio è un ragazzo di 24 anni, già sposato, che vive nei pressi di Arrone e che definisce il luogo dove abita “un bel paesetto, si sta bene, zona tranquilla”. Va a pesca di trote e la domenica, seguito in tribuna dal padre, gioca con la maglia numero 7 nell’Olympia Thyrus. Il padre dice di lui che è bravo, ma ironizza subito sul suo futuro alla Juventus: “E come no, a Torino si fa presto ad andarci, col treno…”.

E le ragazze che partecipano al Concorso di Miss Reginetta d’Italia, tra giornalisti di Terni e fidanzati gelosissimi che si difendono: “Ma anche lei è gelosa”? Vengono in superficie comportamenti di una spontaneità disarmante, come non ci si aspetterebbe dietro un Concorso per Miss: “Com’è che è scattato l’amore? Non si sa, non si sa mai, non riesci nemmeno a capirlo… ho sentito le farfalline”.

Il centro di Terni: la bizzarria di un anziano che canta, col karaoke, “Riderà” e Roberto che si esprime sulla politica: “Questa politica è insignificante, è inutile”. Il futuro è di un’incertezza assoluta, ma la giovinezza è impetuosa, sicura di sé: “I figli vi piacciono? I figli, sì certo… Non sei un po’ vecchio per fare i figli? Beh, io no, per fare i figli non credo che sono vecchio”.

Carlo, 36 anni, si definisce “un portatore sano di ragazze immagine”, cioè fa il DJ con due bellissime ballerine. Valentina, sua moglie, ha 14 anni meno di lui. Appena ventiduenne è, per questo intraprendente professionista, “dolcissima”. La loro piccolina ha sei anni e mezzo e, intervistata, risponde come una star del canto: “Che vi dico? Niente”.

A Giove si svolge il Festival “Il Sole la Luna”. Leonardo, uno degli organizzatori, esprime il senso del confine in cui si vive in quest’angolo di provincia: “Siamo a Giove, bassa Umbria, quasi Viterbo, quasi Roma. Sulla linea di confine non c’è niente di ben stabilito e tutte le culture si sfumano perché qui non ritrovi nulla di particolarmente identificativo, non siamo perfettamente umbri né laziali”. Leonardo non vede se stesso lavorare in una fabbrica, l’ha già fatto per sette anni, adesso assapora fino in fondo questa vita di confine, dà tutto se stesso per l’evento clou dell’estate a Giove.

E, infine, eccoli, gli amici artisti, cantanti, musicista che, con un giornalista, si ritrovano, in un giorno d’estate, lungo le sponde del Lago di Piediluco. Anche loro, nonostante una vita liberata dal peso della fabbrica, sono molto concreti. E senza veli. “Lui è Matteo, è il ragazzo che mi paga il mutuo”, dice ridendo una ragazza che avrebbe voluto dire di esserne la compagna. La stessa ragazza che confessa: “Mah, io veramente mi diverto più adesso che sono un pochetto più anziana che quand’ero giovane giovane giovane. Sì, questa è l’età proprio perfetta. Trent’anni è l’età perfetta”.

Vedremo il “megafilm” di Sbarretti, che “racconta una generazione in 100 minuti con 100 attori”. Mentre il regista continua a lavorare e raccoglie successi, come al recente Umbria Film Festival, mi sembra che questo suo quadro dell’Umbria contemporanea sia importante perché, qualunque sia l’esito che Sbarretti si propone con la sua produzione, il risultato di mostrarci un’Umbria finalmente senza retorica l’ha sicuramente ottenuto. E per una regione così spesso edulcorata e messa in vetrina, questo sguardo dietro le quinte, senza mettersi in posa, è un documento del quale tenere conto. Soprattutto perché fedele trasposizione della vita di tutti i giorni di una generazione di protagonisti – i trentenni – che prende sul serio l’incertezza sul futuro ma non si dispera, che sogna e sa di illudersi, che si illude quando vuole illudersi e torna con i piedi per terra quando è il momento di gestire la propria quotidiana, domestica esistenza. C’è, infatti, ancora, e per fortuna, molta famiglia fra questi ragazzi un po’ disperati e un po’ “malandrini” filmati da Sbarretti. C’ è molta “tradizione” nelle loro scelte, a volte dolorose e frustrate da crisi enormi, c’è un modo di ragionare improntato a saggezza e serietà che viene, in fin dei conti, dai padri e dalle madri. E saggezza e serietà non sono certo una colpa, né per i padri né per i figli.

Un pensiero riguardo “L’UMBRIA DI CHI HA TRENT’ANNI

  • Set 24, 2014 in 23:50
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    Parole bellissime. Fotografia azzeccatissima della società giovanile. Complimenti.

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