Proviamo a leggere in prospettiva gli esodi di questi giorni: si stanno scrivendo le pagine di una nuova storia mondiale

Questi popoli in cammino lungo le rotte europee e non solo (al sud, ma ora anche al nord)suscitano, più di altre precedenti tragedie, la netta consapevolezza che una gran parte del mondo sta vivendo un’epoca che va molto oltre la cronaca per sconfinare nella storia. E’ senza dubbio un’èra di grande e rivoluzionario assestamento capace di modificare gli equilibri fra i Continenti. Fra qualche decennio quelli che, con l’occhio rivolto all’indietro, vorranno raccontare la complessa vicenda dell’umanità, di sicuro affideranno ai libri (o alla memoria telematica) le sconvolgenti dinamiche che, dal 2000 in poi, in termini sempre più incalzanti e progressivi, hanno mischiato i popoli e le culture, alla fine migliorando, si suppone, la capacità e la voglia di convivenza tra le genti. Insomma quelli che ci passano sotto gli occhi in questi giorni non sono semplici e vistosi episodi, più o meno tristi e cruenti,ma sono autentiche pagine di storia. Cambiano non solo la vita di diecimila o di centomila persone, ma mutano gli assetti mondiali. Non ci saranno più ex siriani, ex afghani o ex africani, ma semplicemente tedeschi, austriaci, italiani, francesi o inglesi, magari con una pelle un po’ più ambrata. E magari in quei più felici momenti non si farà più tanto caso se il condomino o il collega hanno un’epidermide diversa. Cittadini del mondo e basta. Un’utopia a immaginarla oggi, ma la regola dei ‘vasi comunicanti’’ vuole che alla fine si trovi l’equilibrio tra gli apporti. Non sarà proprio domani, però i nostri nipoti, o i loro figli, vivranno fatalmente una civiltà più assestata.

E’ un eccesso di ottimismo buonista? Comunque è bello crederci.

RINGHIO

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