Riforma del Senato: i politici si sbranano nel contesto di brutte sceneggiate? ‘’Famiglia cristiana’’ li contesta: ’La gente ha altri pensieri’

I giornali (carta stampata, Tv, etc…) si affannano per seguire perfino i dettagli( perfino quelli che maturano dietro le quinte) del dibattito che il Senato sta affrontando per decidere sul proprio scioglimento e sul futuro dell’aula di palazzo Madama. Vanno in scena spettacoli non proprio edificanti: insulti reciproci fra senatori, scenate, accuse roventi, trasformismi, ‘’esodi’’ sorridenti da un gruppo all’altro, tecnicismi normativi, algoritmi che sfornano milioni di emendamenti, esibizione di saltimbanchi (nel senso letterale perché saltano davvero da un banco all’ altro..), roventi e velenose ‘punture’ rivolte perfino a chi avrebbe il dovere della terzietà. Brutte scene, pessime sceneggiate.

Questa è la dinamica ai massimi livelli rappresentativi, questa è la realtà. Prendere o lasciare? Parecchi italiani, come attestano i sondaggi sul crescente assenteismo dal voto, ritengono che sia più opportuno ‘’lasciare’.

Anche perché francamente lo sbranamento politico per decidere sul vecchio e il nuovo Senato non tocca la sensibilità della gente.

Una testimonianza, per nulla secondaria sul fronte delle opinione, viene anche dall’ultimo numero di ‘Famiglia cristiana’’, il settimanale cattolico che segue con attenzione i protagonisti e gli eventi della politica. Scrive’Famiglia cristiana’’: ‘’ Usciamo dal gioco politico-mediatico quotidiano per riflettere su quanto interesse susciti nei cittadini l’argomento –Senato che , come si vede,affanna anche il Governo. La gente ha altri pensieri. Sono ben altri i problemi che tolgono il sonno a giovani e anziani, a uomini e donne, a imprenditori e a pubblici precari. E così via. In un contesto generale così difficile chi può far caso a come sarà o non sarà più una Camera oggi giudicata anche da certi vertici di partito, gruppi socio-economici, sindacati e semplici cittadini, poco più di un perditempo?’’.

Insomma una sferzatina che viene da un pulpito nient’affatto marginale nel contesto dei pareri considerati capaci di esprimere umori, e malumori, popolari.

RINGHIO

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