Salah, un volto ordinario capace di nascondersi nella moltitudine degli occidentali. Nulla a che dividere f tipi come Osama Bin Laden o Al Baghdadi, Califfo dell’Isis. Eppure….

Guardiamolo in faccia questo giovanottello francese di 25 anni che da quattro mesi stavano cercando le polizie di tutta Europa: Salah Asdeslam, la mente delle stragi parigine dello scorso 13 novembre, ha l’aria di un impiegato senza macchie particolari. Magari con un po’ di paura visto che, contrariamente alle sue truppe armate e al suo stesso fratello, ha deciso di non farsi saltare in aria. La morte- quella morte che ha voluto infliggere a Parecchie decine di innocenti- gli ha fatto avvertire una gran fifa: tanto da indurlo a svignarsela, nascondendosi fra Parigi e Bruxelles. Insisto: guardiamolo in faccia! Nulla a che vedere con i volti tetri di Osama Bin Laden o di Abu Bakr Al Baghdadi, il Califfo dell’Isis che sta terrorizzando mezzo mondo. Quelli avevano ed hanno volti patibolari, da avere strizza ad incontrarli perfino nel mezzo di una strada affollata e illuminata. Questo evidentemente, per chi cura le strategie del terrorismo, vuole essere, e deve essere, l’immagine presentabile, cioè non subito sospettabile, di una ferocia che non ha riscontri nella storia moderna.

Le notizie di queste ore chiariscono addirittura che, dopo i bagni di sangue dello scorso novembre, aveva provveduto ad occidentalizzarsi ancora di più: truccato, imbellito, uno qualunque, uno….di noi. Uno come i tanti normali che incontriamo ogni giorno camminando, lavorando, divertendoci. Un tipo che non susciterebbe immediata diffidenza.

Una valutazione-sia chiaro- che non vuole affatto suscitare esagerate e ingiustificate ossessioni.

Questa è soltanto la presa d’atto di chi osserva il primo piano di questo micidiale delinquente e scopre che, all’apparenza, non ha nulla dello stereotipo diffuso dalle reti telematiche di tutta la terra. Eppure dietro a quel viso così ordinario si nasconde la più terribile ferocia.

Vatti a fidare delle apparenze!

RINGHIO

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