Sfrattati dalle case e ‘’sfrattati dal diritto di vivere dignitosamente’’. Lo tsunamico esito del Referendum dice che alla politica si impongono profonde riflessioni.

Lo definiscono ‘’Il caso di San Basilio’’. La famigliola di marocchini respinta dagli abitanti del rione di Roma che si sono irrigiditi a difesa di un loro vecchio amico che era stato sfrattato (anche con la forza pubblica) per consentire l’ingresso dei marocchini nella povera abitazione. ‘’Lo facciamo per umana solidarietà’’- si sono affrettati a spiegare gli insorti di San Basilio. Fra i quali -a dire il vero- si sono annidati anche i vessilliferi di un brutto razzismo che hanno gridato ‘’Riprendete la barca e tornate a casa!’’.
Episodiaccio, non c’è dubbio. Comunque sarebbe un ennesimo peccato di frettolosa superficialità se ci limitassimo- come mi sembra si stia facendo- a inquadrare ‘’il caso’’ solo come un’inaccettabile manifestazione di ‘’abominevole rifiuto de diverso, specie se il diverso è colorato di nero’’.
Proviamo, piuttosto, a riflettere sul significato più profondo di questa non esaltante vicenda che merita di essere approfondita perché è la spia di un malessere generale, di quel malessere che, per esempio, ha portato allo tsunamico esito del referendum sulla Riforma della Costituzione. Tutti sappiamo- e lo sapeva degli italiani contro la Riforma è una vistosa manifestazione di rabbia ‘’contro’’ il Governo, contro Renzi, contro la politica, contro ‘’chi sta lassù fregandosene di chi è quaggiù’’. Contro le immagini- anche televisive- di personaggioni e personaggini che danno l’impressione di godere in autonomia e di stare a fianco dei gaudenti non di chi ha il problema del pane quotidiano e del normalissimo diritto alla casa.
Sappiamo ora- ma lo sapevamo anche prima, tanto da averlo scritto più volte molto prima del Referendum anche sulle colonne di ‘’Umbria domani’’- che solo otto votanti su cento conoscevano il significato della Carta Costituzionale ed erano consapevoli del contenuto della Riforma. In modo brutale rileviamo lealmente che 92 su 100 se ne sono fregati della Costituzione e della ‘’profondità’’ del testo firmato dalla sorridente ministra Maria Elena Boschi. Per dirla in termini ancora più eloquenti, gli sfrattati dalle case e i subentranti al loro posto sono il simbolo di un disagio sociale che domenica la gente ha portato all’interno delle cabine elettorali. Quegli elettori ci hanno ridetto che gli ‘’sfrattati dal diritto di vivere dignitosamente’’ sono tanti e inc…., cioè infuriati.
Senza voler fare agevole retorica limitiamoci ad esprimere un auspicio: che la politica, in questi giorni di crisi governativa, indugi con animo schietto sul significato delle urne della corsa domenica. Indugi, analizzi e ne tragga le doverose conseguenze.

RINGHIO

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