Si impongono alcuni interrogativi: come si diventa candidati alle più significative cariche nelle pubbliche amministrazioni e in Parlamento?

Lo tsunami che si è abbattuto sulla Giunta municipale romana ripropone, in modo clamoroso, l’interrogativo sulla selezione della classe dirigente nei Movimenti, nei Partiti e nelle Pubbliche amministrazioni. Con una frase un po’ fatta viene istintivamente da osservare che ‘’non c’è più la selezione di una volta’’. Fino a pochi anni fa prima di arrivare a coprire certi ruoli (dagli Enti locali al Parlamento) bisognava attraversare un indispensabile ‘’Cursus honorum’’. Se c’erano almeno minimi meriti si saliva gradualmente di gradino in gradino. Da qualche tempo un po’ tutti i partiti hanno scelto (o accettato) scorciatoie che danno spazio a persone impreparate o addirittura impresentabili. Basta rimanere nel piccolo della realtà umbra per riflettere sui componenti del Consiglio regionale di qualche decennio fa e su quelli di epoche molto più recenti. Mah…abissi di distanza! Il Movimento 5 stelle ha fatto, e sta facendo, qualcosa di ancora più rivoluzionario: i suoi candidati li fa individuare dalla Rete telematica. E piglia quelli che vengono… pescati dalla Rete. Può andar bene, ma può anche andare male e perfino malissimo. E’ difficile diventare buoni sindaci venendo da zero esperienze. E non si può neppure essere un decoroso parlamentare se non ci si è allenati sui banchi di qualche aula minore.

Grillo e i suoi dicono, e ripetono, che i loro candidati, essendo espressione del popolo che naviga in Internet, sono eccezionali rispetto ai grupponi scelti dai Capi dei partiti locali e nazionali. Alla luce di quanto è accaduto in Campidoglio viene da pensare che certi candidati sono davvero …fuori dal Comune.

RINGHIO

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