Europee, l’Aur: “Il Pd recupera voti al Movimento 5 Stelle”

“Il successo del Pd alle ultime elezioni europee è dovuto ad un voto sicuramente trasversale, proveniente in larga misura – oltre che dai suoi elettori delle politiche e da qualche piccolo flusso di provenienza sinistra radicale – dagli elettori che alle politiche del 2013 avevano votato per il Movimento 5 Stelle“. E’ quanto sostiene una ricerca dell’Aur, l’Agenzia Umbria Ricerche e il Dipartimento economia, presentata questa mattina da Claudio Carnieri e Bruno Bracalente.

“Complessivamente – è stato spiegato – dei quasi 70 mila voti che si sono aggiunti allo “zoccolo duro” del Pd la metà provengono dal M5S (probabilmente in buona parte voti tornati al Pd dopo l’emorragia del 2013, quando il Pd cedette al M5S più di 60 mila voti). Il quadro si completa con un altro 20% attratto dalle liste di centro, poco meno del 15% dal non voto, poco più del 10% dalle liste di destra (di cui la metà dal PdL), il 5-6% dalla sinistra radicale”.

Per quanto riguarda Forza Italia, lo studio rivela come il risultato sia stato determinato oltre che dal “forte astensionismo degli elettori 2013 dell’ex PdL”, anche dal fatto che tale elettorato è defluito un po’ in tutte le direzioni, non solo verso destra (15% e 15 mila voti assoluti, prevalentemente verso FdI), ma anche verso il M5S (6%) e verso il centro sinistra (5%, in gran parte a vantaggio del Pd), mentre è rimasto fedele a FI solo nel 52% dei casi. Per il Nuovo centrodestra in Umbria hanno votato, per i due terzi, elettori di centro.

Il Movimento 5 Stelle ha perso, invece, oltre un terzo del proprio elettorato di un anno fa. Un effetto dovuto ai due flussi già segnali, l’uno verso il non voto (un quinto del proprio lettorato, quasi 30 mila voti), l’altro verso il Pd (22,4%; oltre 33 mila voti), a cui si aggiungono altri limitati flussi soprattutto verso le liste minori di centrodestra, il che complessivamente porta il grado di fedeltà del suo elettorato del 2013 a poco più del 50%. “La capacità di M5S di attrarre nuovi elettori – continua lo studio – è stata inoltre piuttosto ridotta, sia nei confronti del centro sinistra (in complesso poco più di 7 mila voti, prevalentemente dalla sinistra radicale), sia nei confronti del centro destra (8 mila voti, in gran parte dal PdL), e ridottissima nei confronti del centro”.

L’ultimo dato messo in evidenza dalla ricerca riguarda la scomparsa del centro e il ridimensionamento della sinistra radicale.

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