LO IUS CULTURAE DI SUAREZ

di Anchise

Non è dato sapere come finirà la vicenda che ha visto alcuni docenti dell’Università degli Stranieri di Perugia chiamati a rispondere per una supposta truffa nel rilasciare il diploma di conoscenza di italiano al fuoriclasse del Barcellona che dovrebbe entrare a far parte del team juventino. Ma è certo che qualche interrogativo lo fa nascere. Come mai sarebbe stata spianata la strada ad un giocatore strapagato per ottenere la cittadinanza di cittadino europeo al fine di essere acquisito dalla Juventus che ha già esaurito la sua quota di giocatori extraeuropei ? Il dover pensare che si fanno due pesi e due misure tra chi parla perfettamente l’italiano e si trova da parecchi anni in Italia e non trova la strada per acquisire la cittadinanza italiana che gli permetterebbe di ottenere un lavoro, magari modesto, ma onesto e tra chi, solo perché è un famoso giocatore, invece ottiene prontamente l’attestazione di saper servirsi della nostra lingua anche se, così si ricaverebbe da qualche intercettazione, “coniuga i verbi sempre all’infinito”. E’ triste la constatazione di questa disparità se si pensa al difficile cammino in parlamento del disegno di legge per lo ius soli, o meglio per lo ius culturae, e che forse, almeno in questa legislatura, non vedrà mai la luce. Nel nostro paese sembra che le cose debbano andare sempre così. Si stendono tappeti ai ricchi ed ai potenti, in questo caso nello sport, e si intralcia il cammino ai poveri, ai deboli ed emarginati. Se si può ricavare qualcosa di positivo da questa triste vicenda dovrebbe essere l’incentivo allo stimolo per una profonda riflessione sul modo di porsi delle istituzioni, ma, in questo caso, anche dell’opinione pubblica sempre pronta a perdonare tutto a chi è  magistralmente capace di infilare la palla nella porta dell’avversario,  nei confronti dei bisogni dei cittadini di ogni rango e ceto che dovrebbero tutti essere trattati nel medesimo modo e con la medesima empatia che merita ogni essere umano.