Scuole, l’Assemblea legislativa approva la programmazione territoriale

Via libera al piano territoriale delle scuole. L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato, con il solo voto contrario del consigliere Goracci (Cu) le linee guida per la programmazione territoriale della rete scolastica e dell’offerta formativa in Umbria per gli anni 2015/2016, 2016/2017 e 2017/2018. Non ci sono novità rilevanti rispetto alla programmazione del triennio precedente, essendo risultate valide le decisioni precedentemente assunte, dato che soltanto un numero molto limitato di indirizzi, tra quelli istituiti, non sono stati attivati.

Sul dimensionamento restano i minimi di almeno 600 alunni per avere un istituto scolastico autonomo con dirigente, 400 per le scuole di piccoli comuni montani. La Regione ha tenuto conto dei vincoli legati al contenimento della spesa pubblica, che limitano la disponibilità della dotazione organica, delle specificità presenti nel sistema, quali la rilevanza del servizio scolastico nelle aree montane anche in funzione di presidio culturale, sociale ed economico del territorio, il costante incremento degli iscritti anche di cittadinanza straniera, l’aumento della domanda di scuola dell’infanzia e di tempo scuola ed i casi di disagio e di abbandono. Ora restano da definire i criteri per la programmazione regionale dell’offerta formativa per il triennio 2015-2016, 2016-2017 e 2017-2018, criteri che saranno utilizzati per la definizione del Piano regionale, da approvarsi entro dicembre 2014 dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.

Il monitoraggio

Gli ultimi tre anni scolastici sono stati oggetto di monitoraggio e di valutazione, anche al fine di inserire eventuali correttivi nella futura programmazione regionale: si è verificato in Umbria una sorta di travaso dalla formazione classica (- 38,1 per cento) a quella socio-umanistica (+29,2 per cento) e, in misura minore (+9,5 per cento) linguistica (l’incremento di iscritti all’indirizzo musicale è relativo a soli 7 iscritti), mentre continuano a crescere gli iscritti al liceo scientifico (+18,6 per cento). Aumentano in misura inferiore gli iscritti agli istituti tecnici (+3,4 per cento) e ai professionali (+11,4 per cento), tuttavia i secondi a differenza dei primi crescono in misura maggiore dell’aumento complessivo degli iscritti alla scuola di 2° grado (+4,8 per cento).

Dal secondo al terzo anno diminuiscono sensibilmente (-12,8 per cento) gli iscritti all’indirizzo scientifico, ritornano a crescere quelli al classico (+6,4 per cento), mentre minore è l’incremento degli iscritti all’indirizzo di scienze umane (+3,3 per cento). Gli iscritti al linguistico crescono del 6,9 per cento. Gli iscritti agli istituti tecnici e professionali aumentano rispettivamente del 14,7 per cento e del 19,9 per cento. Considerando la variazione tra il primo (2010-2011) e l’ultimo anno (2012-2013) di monitoraggio, si assiste all’importante crescita dell’area socio-umanistica, il cui incremento è del 50,5 per cento (scomponibile nel +33,5 per cento delle scienze umane e del +17 per cento del liceo linguistico) a discapito del liceo classico (-34,2 per cento). Gli iscritti al liceo musicale raddoppiano, passando da 22 a 47 alunni, ma si tratta ancora di valori molto bassi.

La novità che emerge dalla lettura dei dati è data dalla crescita delle preferenze per gli istituti tecnici e professionali: in due anni l’aumento è di 408 iscritti (da 2.199 a 2.607) agli istituti tecnici e di 454 iscritti (da 1.336 a 1.790) agli istituti professionali. Per effetto di questa dinamica, dal primo al terzo anno della riforma dell’istruzione secondaria di secondo grado in Umbria si dimezza quasi la percentuale di iscritti alle prime classi del liceo classico, mentre aumentano di 1,7 punti percentuali gli iscritti alle prime classi dei nuovi licei ancora più importante dire che la preferenza per l’istruzione tecnica e quella professionale aumenta rispettivamente di 1,8 e 3,6 punti percentuali, anche se nella nostra regione perdura la preferenza per i licei in termini di iscritti complessivi.

Nel processo di ridefinizione dell’offerta formativa sul territorio, la Regione ha voluto anche dare particolare impulso all’istruzione tecnico-professionale, al fine di contribuire alla diffusione della cultura tecnica e scientifica, rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro, dare risposte alle esigenze del sistema produttivo locale e favorire l’inclusione attiva degli studenti a rischio di abbandono dei percorsi educativi e formativi.

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