Alternanza Scuola Lavoro, il convegno a Palazzo Cesaroni. L’ex ministro Fioroni: “Opportunità che incontra diverse condizioni nelle regioni italiane”

PERUGIA –  “L’alternanza scuola-lavoro rappresenta un tema importante per il mondo dell’istruzione. Una esperienza che nel corso del 2017 si è andata consolidando, facendo registrare impressioni e suggestioni differenti. Alcuni ragazzi, che ho potuto incontrare, hanno scelto proprio l’Assemblea legislativa per questa attività. L’estensione della formula scuola lavoro a tutti i gradi scolastici ha posto il problema di individuare luoghi idonei ad accogliere così tanti giovani studenti, garantendo loro una esperienza formativa all’altezza delle aspettative”. Lo ha detto la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, aprendo i lavori del convegno “Alternanza scuola lavoro: Perché e per chi?”, che si è svolto questo pomeriggio a Palazzo Cesaroni.

Dopo la presidente Porzi sono intervenuti Giuseppe Fioroni (ex ministro Pubblica istruzione), Claudio Gentili (responsabile Education Confindustria), Elena Ugolini (dirigente scolastico Liceo ‘M.Malpighi’ – Bologna), Ivana Barbacci (segretario nazionale Cisl Scuola), Vito De Filippo (sottosegretario al Miur), Francesco Scrima (presidente Consiglio superiore della Pubblica istruzione), Antonio Bartolini (assessore regionale – Diritto allo studio), Sabrina Boarelli (dirigente Ufficio scolastico regionale).

GLI INTERVENTI
GIUSEPPE FIORONI (ex ministro Pubblica istruzione): “I ministri dell’istruzione spesso soffrono di una smania da riforme, che prescinde dalle reali condizioni della scuola, dimenticando le riforme precedenti.  Esiste il serio problema del livello di conoscenza della lingua italiana da parte dei nostri ragazzi, indebolita dalla eccessiva quantità di progetti avviati. Necessario ripristinare criteri di merito anche nella scuola, premiando i docenti migliori e lasciando minore discrezionalità ai dirigenti. Non servono altre riforme ma la messa a punto delle vecchie. L’alternanza scuola-lavoro ha un costo ed incontra difficoltà e condizioni molto differenti nelle diverse regioni italiane. Non ci si può affidare solo alla disponibilità della Pubblica amministrazione oppure di poche aziende che danno la disponibilità”.

CLAUDIO GENTILI  (responsabile Education Confindustria): “Ad oggi solo il 20 per cento fa davvero alternanza scuola-lavoro. va superato il concetto che i licei non siano compatibili con questa formula. Gli studenti che lavorano davvero oggi in Italia sono solo il 3,7 per cento: in Umbria circa il 12 per cento delle imprese ha ospitato studenti in alternanza. L’alternanza porta ad una svolta culturale (non esiste più il gruppo classe); si passa ad una didattica per competenze e non per nozioni; si abbattono le barriere tra scuola e impresa. Necessario differenziare la formula dell’alternanza, diversificando tra piccole e grandi imprese, dato che hanno risorse differenti. Creare un bollino di qualità per le aziende che fanno alternanza con progetti di qualità, che ad oggi si trovano quasi tutte al centro nord. Prevedere la valorizzazione dell’alternanza nel curriculum e nella valutazione degli studenti”.

ELENA UGOLINI(dirigente scolastico Liceo ‘M.Malpighi’ – Bologna) : “È scontato che questo progetto sia molto utile per i ragazzi dei ‘Tecnici’ e dei ‘Professionali’ fare un periodo di tirocinio in azienda o sui luoghi di lavoro, meno chiaro è lo scopo perché ‘l’alternanza scuola lavoro’ debba essere fatta da ragazzi dei Licei, che hanno già in mente di continuare gli studi con l’università. All’interno della nostra scuola tutti i ragazzi fanno l’alternanza scuola-lavoro e lo facciamo in maniera particolarmente accurata perché questa esperienza possa essere la chiave per capire quale strada intraprendere dopo le superiori. All’interno del Liceo, un’alternanza scuola- lavoro’ fatta in un laboratorio scientifico, in un’azienda, in uno studio professionale, in un museo, ma anche all’interno di un laboratorio artigianale può aiutare un ragazzo a chiarire cosa vorrà fare da grande. Può aiutarlo ad acquisire delle competenze come la capacità di lavorare insieme, di comunicare, di risolvere i problemi, di rispettare degli orari, che sono fondamentali anche per studiare in modo efficace”.

IVANA BARBACCI (segretario nazionale Cisl Scuola): “Ci troviamo di fronte ad una delle novità vere della legge ‘107’, una sfida che il Governo e le istituzioni hanno voluto intraprendere con le istituzioni scolastiche, nei confronti del mondo del lavoro e delle imprese. Si tratta di una partita difficilissima. Molte delle situazioni messe in atto in senso teorico sono andate a compimento più o meno bene. Riteniamo che per alcuni territori come l’Umbria, ma anche in altre realtà industrializzate si debba intraprendere un percorso di collaborazione, di tessitura di reti e di legami tra scuola ed impresa. La novità è che questa difficilissima partita riguarda anche i Licei”.

VITO DE FILIPPO (sottosegretario MIUR): “È importantissimo il collegamento tra il mondo della scuola e quello delle professioni, dell’associazionismo, della Pubblica amministrazione perché sono gli ambiti ai quali si rivolge questa importante ed obbligatoria opzione della scuola italiana. Uno strumento che può consentire ai nostri ragazzi buone opportunità ed avere abilità e conoscenze e una formazione più adeguata per le sfide che la vita gli metterà di fronte. Il quadro che si presenta è effettivamente diversificato da regione a regione, ma abbiamo verificato punte di eccellenza in Sicilia e Calabria che non sfigurano con le migliori esperienze nazionali. Puntiamo a stilare regolamento e linee di indirizzo che consentano di uniformare l’alternanza scuola-lavoro, garantendo un percorso formativo adeguato a tutti gli studenti”.

FRANCESCO SCRIMA (presidente Consiglio superiore della Pubblica istruzione): “Tra i compiti fondamentali istituzionali della scuola c’è quello di garantire ed assicurare le conoscenze, capacità e competenze di cui necessita il ragazzo per poi inserirsi in un mondo del lavoro complicato e difficile. Il progetto serve per recuperare il ritardo registrato rispetto al rapporto tra mondo della formazione e del lavoro. E per recuperare questo tempo c’è bisogno di un maggiore e più integrato collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro. I giovani devono avere questa opportunità perché fa bene a loro, ma anche al mondo del lavoro. La cosa importante è capire non quanti lo fanno, ma dove e come lo fanno”.

ANTONIO BARTOLINI (assessore regionale): “Alternanza scuola-lavoro è centrale per garantire un contatto tra istruzione e realtà produttive. Il mio assessorato ha predisposto un accordo con l’Ufficio scolastico regionale e con Confindustria. I primi dati sono confortanti e positive sono le esperienza dell’Its, basato sulla collaborazione tra scuole, imprese e istituzioni e garantisce un altissimo tasso di occupazione. Ci sono istituti tecnici come l’Itis Volta di Perugia che ha raggiunto risultati molto interessanti, alti tassi di assorbimento nel mercato del lavoro. Queste esperienze creano un rapporto di fiducia che facilità chi si trova poi ad affrontare il mercato del lavoro”.

SABRINA BOARELLI (dirigente Ufficio scolastico regionale): “Era ora che in questo Paese favorire il collegamento tra il mondo della scuole e quello del lavoro, cioè l’inserimento nella vita adulta. Vale a dire, o la prosecuzione degli studi in funzione dell’occupazione successiva o inserimento immediato nel mondo del lavoro. Quindi inserire nel curriculum scolastico attività relative alla conoscenza e alla partecipazione e alla condivisione dei percorsi professionali è un elemento di grande novità della ‘107’ (la cosiddetta ‘Buona Scuola)’, ma di grande portata anche in termini di costruzione del progetto di vita di ciascun alunno. L’alternanza scuola-lavoro è per tutti, non più soltanto per i Professionali, ma per tutti gli ordini della scuola secondaria di secondo grado, a cominciare dai Licei classici e scientifici”.

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