Area di crisi Terni – Narni, 212 manifestazioni d’interesse dagli imprenditori

TERNI – Duecentododici manifestazioni d’interesse per l’area di crisi Terni – Narni. E’ questo l’esito della call organizzata dal ministero dello Sviluppo economico. “Un risultato importante, che apre prospettive positive per il futuro economico e occupazionale dell’area di Terni e Narni e, più in generale, per l’Umbria”, dice il vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli.  “Sono pervenute 212 manifestazioni di interesse – rende noto – e, da una prima analisi delle proposte presentate, sono 39 le iniziative imprenditoriali ‘candidabili’ agli incentivi della Legge 181/89”.

“Per questi progetti, a valere sulla legge 181, ci sono investimenti per circa 190 milioni di euro, con la creazione di oltre 500 nuovi posti di lavoro. A questi – sottolinea Paparelli – si aggiungono i fondi che la Regione Umbria mette a disposizione per le piccole e medie imprese: 10 milioni di euro, che attiveranno ulteriori investimenti per circa 40 milioni di euro, che si stima possano creare altri 400 posti di lavoro”.

“La Regione Umbria – prosegue – ha messo complessivamente a disposizione per il rilancio e lo sviluppo del sistema produttivo e manifatturiero del territorio e dell’occupazione ben 36 milioni di euro, per attivare vari strumenti per il rafforzamento del sistema locale e imprenditoriale delle piccole e medie imprese: investimenti, efficienza e sostenibilità energetica, ricerca e sviluppo, politiche attive del lavoro. Sono obiettivi chiave, insieme ai progetti di riqualificazione ambientale già definiti. Un processo di sviluppo che favorirà anche la rigenerazione urbana delle città coinvolte”.

Il vicepresidente Paparelli ricorda il percorso avviato nel 2015, ad inizio legislatura, che ha portato al riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa Terni-Narni nell’ottobre scorso da parte del Ministero dello Sviluppo economico e alla definizione del Piano di riqualificazione e riconversione industriale, condiviso con istituzioni, forze economiche e organizzazioni sindacali. “La Regione Umbria – afferma – ha fatto e sta facendo la sua parte ed auspichiamo che il Governo continui ad accompagnare convintamente questo percorso per una nuova fase di sviluppo e lavoro in Umbria”.

Secondo quanto comunicato da Invitalia, la maggior parte dei progetti presentati per la “call” riguarda il settore manifatturiero, seguito dalle attività professionali e scientifiche. In evidenza, per volume di investimenti previsti, anche le attività di gestione rifiuti e risanamento.

Il 64% delle proposte nei settori produttivi sono di piccole dimensioni (meno di 1,5 milioni di euro). Al di sopra di questa soglia, e fino a 20 milioni di euro, si colloca il 34% dei progetti, che concentra circa la metà degli investimenti e della nuova occupazione previsti. Il restante 2% riguarda tre iniziative che sviluppano investimenti superiori a 20 milioni di euro.

Degne di nota le manifestazioni nel comparto R&S- Ricerca&Sviluppo (44 iniziative), mentre ininfluente è il dato sull’agricoltura. Sono in corso gli approfondimenti sulle proposte pervenute per calibrare al meglio l’utilizzo degli strumenti agevolativi e l’impiego delle risorse finanziarie.

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