Assisi, candidati sindaco: si aspetta Godot

ASSISI – Il leitmotiv della campagna elettorale 2016, almeno per quanto riguarda la scelta dei candidati sindaco, pare essere la “prudenza”. Ogni forza politica decisa a partecipare a questa contesa cerca in tutti i modi di valutare attentamente a quale volto affidarsi, antecedendo sulla propria tabella di marcia temi, programmi e persino la composizione delle liste. In molte situazioni, dunque si preferisce attendere, nonostante il tempo cominci a stringere.
Non ha ancora un candidato sindaco che ≪sceglieranno i cittadini≫ il Movimento 5 Stelle pur avendo nei giorni scorsi inaugurato una sede a Santa Maria degli Angeli. Su questa strada anche la Lega Nord che, uscendo dall’accordo con Forza Italia e Fratelli d’Italia, ha proposto ai residenti di scegliere il candidato alla poltrona di sindaco con delle primarie aperte. Non è definitivo il quadro politico nel centro-destra dove si registra: il passo avanti di Francesco Morini per Realtà Popolare, la disponibilità -più volte rinnovata- di Moreno Fortini e della presenza costante e pungente di Giorgio Bartolini. Manca all’appello anche la candidatura del Movimento Civico Italia di Claudio Ricci anche se custode delle attenzioni sembra essere l’attuale presidente del consiglio comunale Patrizia Buini. Pronto ai nastri di partenza senza escludere “soluzioni alternative” è Francesco Mignani che a breve presenterà i simboli e le liste che lo sostengono. Estremamente chiara è, invece, la posizione della sinistra con due compagini distinte una delle quali esprime Luigino Ciotti come candidato sindaco. Tutt’ora sibillina appare la volontà dell’attuale sindaco facente funzione Tonino Lunghi che, archiviato il Bilancio di Previsione 2016, non ha ancora ufficialmente chiarito se intende o meno candidarsi. Infine, sembra lento e travagliato anche il percorso del partito democratico che a tutt’oggi nonostante una commissione dedicata, non ha ancora un candidato. Archiviata l’ipotesi della Borletti Buitoni torna con insistenza quella di Gianluca Fagotti che però pare non incontri l’unitarietà del partito. Anche in casa dem, quindi, prevale la prudenza.

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