Ast, 48 ore alla ripresa del tavolo, l’azienda “non convince”

Mancano 48 ore alla ripresa della trattativa Ast al Mise, una riunione che potrebbe essere quella decisiva ma, in considerazione delle ultime dichiarazioni dell’azienda, nulla è dato per scontato. L’Ast, infatti, ha dichiarato di essere “disposta a valutare l’avvio di una seconda fase di negoziati, nell’ambito di una nuova procedura di mobilità (quella aperta e sospesa il 4 settembre interessava 550 lavoratori ndr.)”.

Una sorta di “disponibilità” che può essere letta come il frutto dell’intervento deciso del premier Renzi che, nell’ultima burrascosa nottata di trattativa, ha impedito la rottura del tavolo e l’avvio delle procedure di licenziamento che, al momento, restano sospese fino a martedì. Dall’altro lato, però, non sfugge il senso delle parole in quel “nuove procedure di mobilità che prevede una serie di incontri in sede sindacale e ministeriale della durata di circa 3 mesi”. C’è la sensazione che l’azienda da un lato voglia trattare ma dall’altro ventili la possibilità di dare vita a eventuali iniziative sul personale.

Se l’intervento di Renzi è stato determinante per scongiurare il peggio,  intervento che pare abbia lasciato il segno nell’azienda, dall’altro non sfuggono le difficoltà del negoziato. I sindacati sono piuttosto scettici rispetto alle reali intenzioni dell’Ast, così come sono preoccupati e dubbiosi sull’esito del negoziato. Anche nell’ultimo comunicato l’azienda, che pur parla di investimenti, lascerebbe intendere la volontà di chiudere un forno di fusione. Una decisione che segnerebbe il destino del sito di viale Brin snaturandone l’identità. Un’ipotesi che incontra il muro dei sindacati. Quanto all’annunciato trasferimento della linea a freddo da Torino a Terni, pare che i macchinari si trovino già in città in attesa di essere rimontati. L’impressione è che le reali intenzioni dell’azienda siano diverse da quelle dichiarate dello sviluppo e del rilancio del sito ternano. I sindacati, dal canto loro, non indietreggiano rispetto al documento presentato due notti fa.

Martedì le parti si ritroveranno intorno al tavolo. Le istituzioni locali tornano a chiedere un innalzamento del livello del confronto chiamando direttamente in causa i vertici di Thyssen. Di certo non sarà semplice ricucire una trattativa in cui le parti ora più che mai sono arroccate nelle loro posizioni e non  basterà “metterci una toppa”. Istituzioni e sindacati quindi fanno pressioni sul Governo affinché si faccia carico della soluzione. Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom-Cgil, e Gianni Venturi, responsabile siderurgia della Fiom, dicono chiaramente che “adesso tocca al Governo convincere Ast: per quanto ci riguarda non possiamo andare oltre”.

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