Ast, Landini contro tutti: “Non si può fare un accordo a tutti i costi”, la reazione degli altri sindacati e del Governo, domani a Terni Bentivogli (Fim)

“Mercoledì siamo pronti ad articolare la mobilitazione e credo si possa sostanzialmente andare verso un accordo. Ma non si può fare un accordo a tutti costi”. Così il segretario della Fiom Maurizio Landini, a Firenze per partecipare all’assemblea per il rinnovo della Rsu della Nuovo Pignone, risponde ai giornalisti che gli chiedevano come valutasse il ritorno a lavoro degli operi delle acciaierie di Terni, in seguito alla decisione dell’assemblea.

“Oggi pomeriggio andrò a Terni a fare un’assemblea con tutti gli iscritti alla Fiom, per valutare la situazione. Deve essere un accordo che al suo interno ha, da un lato, una scelta precisa di politiche industriali, la Thyssen non vende e si continua a produrre
acciaio, dall’altro – ha concluso Landini – no ai licenziamenti e sì a tutele che riguardino le condizioni di lavoro delle persone”.

Dichiarazioni, quelle di Landini che hanno scatenato la reazione indignata del Governo, del Pd e delle altre sigle sindacali

Le dichiarazioni di Landini non sono andate giù al Pd. “Landini, che si esercita in analisi elettorali, peraltro non esattissime, farebbe bene a svolgere con equilibrio il suo ruolo di sindacalista – dice Alessia Rotta, componente della segreteria del Pd – Invece di mettere in dubbio il raggiungimento di accordo alla Ast di Terni, si impegni per creare le condizioni giuste per arrivarci. Altrimenti viene il dubbio che si voglia far politica sulla pelle dei lavoratori”.

Non si fa attendere neanche la reazione del Governo. Il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio rivela che “le parole di Landini preoccupano il Governo. Pensiamo sia un momento di responsabilità per tutti”.

Delrio ricorda che “l’obiettivo del Governo è stato, per settimane, di garantire la difesa del sito industriale, l’apertura dei due forni e il mantenimento delle attività produttive, oltre al trasferimento della linea di Torino. Parliamo di un accordo che potrà permettere di salvaguardare i posti di lavoro e di evitare gli oltre cinquecento licenziamenti previsti. A fronte dell’accordo in campo, che si unisce anche alle scelte del Governo di abbattere l’Irap per le imprese, crediamo che la stragrande maggioranza degli operai di Terni apprezzi il lavoro svolto e capisca che è il tempo di fare ripartire l’azienda su basi nuove, insieme, come in altre vertenze dove i sindacati hanno aiutato a difendere il lavoro”.

Delrio ritiene che “nessuno vuole interferire con le scelte del sindacato e dei lavoratori ma crediamo che, dopo aver raggiunto tutti gli obiettivi di questa trattativa, sarebbe sorprendente continuare ad assumere atteggiamenti che danneggiano il futuro di Terni, dei lavoratori e delle loro famiglie”.

La Fim su twitter attacca il leader della Fiom: “Strumentalizza i lavoratori”. La Fismic, attraverso il segretario generale Roberto di Maulo parla di “parole irrispettose della sofferta decisione assunta domenica, in autonomia dalle rsu del sito di Terni”. La Fismic precisa che “la decisione di ripresa graduale delle attività lavorative è la dimostrazione della volontà di questo sindacato che vuole giungere ad un intesa che salvaguardi il sito industriale, mantenga aperti i due forni elettrici garantendo così l’occupazione, anche con il trasferimento della linea produttiva di Torino. Inoltre questa decisione di rimodulazione delle forme di lotta rappresenta un segnale nei confronti del Governo e della controparte”.

“L’accordo che si delinea ha cambiato radicalmente l’iniziale piano industriale della multinazionale tedesca e questo risultato – sostiene di Maulo in una nota – è stato ottenuto grazie alla straordinaria capacità di lotta dei lavoratori e della positiva capacità mediatrice del Governo. Gettare ulteriore benzina sul fuoco, come fa Landini con le sue dichiarazioni, rischia di compromettere tutto questo e dimostra ancora una volta che la Fiom non agisce per difendere i lavoratori, ma al solo scopo, di aumentare l’opposizione politica nel Paese all’azione del Governo Renzi. La Fismic – conclude il segretario – auspica invece che nell’incontro previsto per mercoledì ci siano le condizioni per realizzare un buon accordo che salvaguardi anche i lavoratori delle società terziarizzate e consenta una rapida ripresa della produzione nel sito ternano”.

Immediata la replica di Landini che, a margine dell’assemblea degli iscritti Fiom che si è tenuta nel pomeriggio a Terni, ha detto che “alle polemiche non rispondo, anche perché le cose che sto dicendo sono le stesse che unitariamente sono state dette da Fiom, Fim e Uil al tavolo della trattativa e sto difendendo una decisione presa all’unanimità dalle rsu. Quando dico che non si può fare a tutti i costi – ha spiegato – è perché consideriamo quelle proposte di modifica che abbiamo fatto, discusse unitariamente, io non ho aggiunto né tolto nulla. Anzi ho giudicato positivo una decisione presa all’unanimità dalle rsu. Non ho nessuna polemica da fare, continuo a pensare che le cose dette assieme le voglio difendere”.

Intanto domani a Terni arrivano a il segretario generale nazionale della Fim-Cgil, Marco Bentivogli, e il coordinatore nazionale della siderurgia, Sandro Pasotti. L’incontro al Mise è propedeutico all’incontro di mercoledì al Mise. La riunione, organizzata dalla rsu Fim Cisl, si terrà dalle 9 alle 12 nella sala conferenze dell’Hotel Michelangelo Palace ed è aperta a tutti gli iscritti della Fim-Cisl.

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