Carabiniere ucciso a Foligno, super perizia entro 90 giorni per chiarire la dinamica dei fatti

SPOLETO – È stato conferito al consulente balistico Marco Piovan l’incarico di eseguire una nuova perizia per poter chiarire se il colpo di mitraglietta che ha ucciso il carabiniere Emanuele Lucentini, il 16 maggio 2015 nel cortile della caserma di Foligno, sia stato accidentale o volontario. In carcere con l’accusa di omicidio volontario c’è il collega Emanuele Armeni, dalla cui arma di ordinanza è partito il proiettile. Stamattina si è svolta una nuova udienza del processo a carico dell’uomo e il Gup del tribunale di Spoleto ha incaricato il dottor Piovan di chiarire, attraverso una perizia super partes, la dinamica del fatto per poter capire meglio se, come sostiene la procura di Spoleto, Armeni ha premeditato il delitto o se, come afferma la difesa, il colpo che ha ucciso Lucentini è partito accidentalmente. Il perito avrà 90 giorni di tempo per fare gli accertamenti necessari e consegnare una relazione. Il processo si sta svolgendo con rito abbreviato, presenti oggi in aula i familiari di Lucentini che si sono costituiti parte civile e la moglie e i familiari di Armeni.
La difesa punta tutto sul riconoscimento, tramite perizia balistica, dell’accidentalità del colpo esploso da Armeni con l’arma di servizio. Il carabiniere, in carcere da luglio 2015, ha sempre sostenuto che quella mattina, scendendo dall’auto di servizio al rientro dal turno di notte, fatto insieme a Lucentini, nel prendere la sua mitraglietta ha perso l’equilibrio e cadendo sarebbe partito il colpo. Alla versione dell’incidente non crede la procura di Spoleto, che attraverso una perizia ha contestato la ricostruzione dei fatti fornita da Armeni, parlando di omicidio volontario. La perizia della difesa dice invece tutt’altro. Il super perito nominato dal Gup dovrà tentare di stabilire la verità.

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