“Cento piazze per il lavoro”, la Cisl: “Anche in Umbria rivedere il modello di sviluppo”

“Forte preoccupazione per la difficile situazione economica dell’Umbria che accentua in maniera vigorosa le già conclamate disuguaglianze sociali presenti a causa del perdurare di una crisi epocale che sta mettendo in ginocchio l’intero territorio e a rischio la coesione sociale” è stata espressa dalla Cisl dell’Umbria che, aderendo all’iniziativa nazionale “100 piazze per il lavoro”, ha dato vita oggi ad una giornata di mobilitazione per trattare del Jobs Act, del lavoro e delle sue ricadute a livello nazionale e quindi sul territorio.

La mattinata di ieri è stata dedicata ad un confronto con i delegati e i cittadini per approfondire la proposta di legge e confrontarla con le reali priorità dei lavoratori.

I lavori, presieduti dal segretario organizzativo Cisl Umbria Francesca Rossi e dal segretario generale regionale Fnp Cisl Umbria Giorgio Menghini sono stati introdotti dall’intervento del segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra.

La Cisl Umbria fa “proprie le proposte della Confederazione nazionale: 1.Aumento dell’occupazione; 2.Riduzione della precarietà; 3.Ampliamento delle tutele; 4.Riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti e pensionati; 5.Lotta all’evasione fiscale; 6.Lotta alla corruzione e agli sprechi a livello locale e nazionale; 7.Investimenti, politiche industriali, energetiche ed infrastrutturali per creare occupazione; 8.Revisione delle norme di pensionamento secondo il principio della flessibilità”. Per la Cisl è necessario che vengano avviate strategie concrete mirate a determinare una reale scossa all’economia del Paese tale da riavviare la crescita economica attraverso un processo virtuoso che non può prescindere che da una forte riduzione del carico fiscale sul lavoro e sulle imprese, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, una nuova politica industriale ed energetica”.

In Umbria, per la Cisl la massima espressione della situazione di difficoltà è rappresentata “dalla vertenza dell’Ast di Terni e da quella della ex Antonio Merloni (oggi J&P Industries) di Nocera Umbra, che insieme alla vertenza del polo chimico di Terni e di quella di dimensioni enormi del settore dell’edilizia regionale, oltre alle tante altre di medie e piccole dimensioni dei più svariati settori, rappresentano un livello di messa a rischio e perdita di posti di lavoro impressionante”.

Anche in Umbria, per la Cisl, “occorre pertanto rivedere il modello di sviluppo economico, mettendo al centro il rilancio del lavoro produttivo, passando necessariamente attraverso scelte politiche istituzionali coraggiose, per garantire un degno futuro economico e sociale alla popolazione regionale, la creazione di posti di lavoro per i giovani, una serie lotta agli sprechi e agli odiosi privilegi di cui il sistema umbro è infarcito”.

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