Colussi, i lavoratori protestano di fronte alla sede di Confindustria: “Siamo famiglie, non teste”

PERUGIA-  «Combatti per il lavoro difendi il tuo futuro», «Abbiamo dato 13A-14A-premi, produzioni, solidarietà= 125 teste». Questi alcuni dei slogan esposti dai lavoratori della Colussi che, stamani si sono ritrovati davanti alla sede Confindustria, in occasione dell’incontro tra sindacati e azienda per l’apertura delle procedure di licenziamento attivate per 125 lavoratori. Un gruppo di lavoratori a cominciare dalle ore 9, armati di striscioni, bandiere e fischietti ha dato vita dapprima a una protesta pacifica, ma molto rumorosa, per reclamare i loro diritti. Poi con l’avanzare della giornata le voci sono aumentate. Cori contro i dirigenti durante l’incontro tra azienda e sindacati: «Siamo famiglie non siamo teste», e poi ancora «buffoni, buffoni, buffoni»

Per quanto riguarda, invece, il tavolo tecnico sono 34 le persone del sindacato nazionale, territoriale e vari delegati degli stabilimenti del gruppo Colussi arrivati nella sede di Confindustria intorno alle ore 9,30. Con loro anche i vertici dell’azienda. Nel complesso sono circa 40 persone.

Maurizio Landini, segretario confederale della Cgil nazionale: «Credo che la dimostrazione della mobilitazione di oggi sia un messaggio molto preciso all’azienda, credo che sia importante che l’azienda si fermi, faccia un passo indietro e sospenda la procedura per aprire una discussione vera. Un gruppo che vuole investire, deve investire anche sui lavoratori. Non può da un lato annunciare gli investimenti e dall’altro annunciare licenziamenti. Se si vuole investire e se si vuole investire anche con i lavoratori bisogna discutere di come riorganizzare il gruppo e di come dare una prospettiva vera. Per questo credo che sarebbe un atto di responsabilità e di saggezza se oggi il gruppo di fronte alla mobilitazione dei lavoratori si fermasse e aprisse un percorso per una trattativa vera sulla politica industriale, sull’investimento e sul lavoro».

Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria: «Continueremo la pressione necessaria con il management di Colussi per ritirare i licenziamenti, perché purtroppo oggi conviene più licenziare che utilizzare gli ammortizzatori sociali. Questa è frutto delle leggi attuali che purtroppo danno questa possibilità, noi chiediamo di ritirare licenziamenti e chiediamo di avere un piano industriale per Petrignano in linea e coerente con la tradizione, la storia di una delle più grandi e più importanti fabbriche del nostro tessuto produttivo umbro, la Colussi. Speriamo che da oggi si prenda questa strada, altrimenti continueremo la lotta».

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