Crisi di governo, Ferrucci: “Fallimento”

PERUGIA – Il professor Luca Ferrucci, uno dei due civici che sta lavorando allo schieramento che affiancherà il Pd nelle prossime Regionali, si scaglia contro il Governo giallo verde, giunto al capolinea.

“Un governo nazionale durato circa 500 giorni ha finito il suo lavoro. Possiamo fare un bilancio di questa esperienza politica per poter esprimere un giudizio? Provo in una sintesi estrema – scrive su Facebook –  a limitarmi ad alcune considerazioni di politica economica. In astratto, un giudizio politico sull’economia può basarsi su una “bussola” riferita a tre macro-aspetti:
1. la crescita economica;
2. la riduzione della diseguaglianza economica;
3. la stabilità dei conti pubblici.
Sul piano della crescita economica, considerando i principali indicatori (PIL, commercio estero, disoccupazione, investimenti, etc…), il governo nazionale lascia un’economia nazionale sostanzialmente peggiore rispetto a come l’aveva trovata. E’ colpa della congiuntura internazionale? In parte questa è la spiegazione ma la promessa del cambiamento (affermata nei propositi del contratto Lega 5Stelle) in termini di crescita risulta sostanzialmente non conseguita. Anzi, gli italiani complessivamente stanno peggio e le prospettive non sembrano rosee;
2. La riduzione della diseguaglianza economica. L’Italia è, nell’ambito dei paesi OCSE, uno di quelli con la maggiore incidenza di povertà. Non è solo la crisi economica dell’ultimo decennio ma è un dato strutturale della nostra economia. Una diseguaglianza che è cresciuta grazie alla concentrazione della ricchezza economica nel 10% della popolazione, una ricchezza dipendente quasi esclusivamente dalla crescita della rendita finanziaria e fondiaria, e non dai profitti rischiosi degli imprenditori o dai salari dignitosi dei lavoratori. Questo Governo ha assunto un solo provvedimento per limitare la povertà crescente ed emergenziale, ossia il reddito di cittadinanza, in una logica estensiva rispetto al precedente reddito di inclusione, ma non ha assunto provvedimenti efficaci per ridurre l’evasione fiscale generalizzata di grandi detentori della ricchezza e cercare di elevare il potere di acquisto della classe medio-bassa. Dunque, anche sul piano della necessaria riduzione della diseguaglianza economica, questo governo ha fallito;
3. la stabilità dei conti pubblici. Se si parla della necessaria futura manovra sui conti pubblici da 30miliardi, rischiando di ricorrere all’elevazione delle aliquote IVA, ciò non è per colpa dell’Europa ma di questo Governo che, sul piano del deficit e del debito pubblico, ha dilapitato credibilità e reputazione a livello internazionale, con impatti sullo spread e quindi sulla capacità di controllare le dinamiche dei conti pubblici.
In sintesi. un Governo che, se va a casa, non potrà essere ricordato per aver ridato crescita, aver ridotto le diseguaglianze e aver ridato credibilità e stabilità al bilancio pubblico. Avanti così Italia!!!!”.