Degrado e incuria si combattono a suon di ordinanze

La lotta contro il degrado anche nelle città umbre si combatte a suon di ordinanze. L’esempio viene dalla grandi città: a Bologna, come a Firenze passando per Padova in questi mesi si sono susseguiti diversi divieti per regolamentare e disciplinare la vita soprattutto nel centro storico. Le ordinanze nelle maggiori città d’Italia hanno riguardato di tutto: dalla regolamentazione della movida, alle attività musicali, dagli artisti di strada all’utilizzo degli spazi pubblici. Si è imposta una serie di regole per combattere l’incuria e, in qualche maniera, rivitalizzare delle aree delle città dove la fruizione di spazi pubblici e privati spesso viene resa difficile da comportamenti inappropriati.

La questione è tornata d’attualità proprio in questi giorni. Mentre Padova si accinge ad approvare un nuovo regolamento di polizia urbana che estende la casistica dei divieti, a Perugia fa discutere l’ordinanza “anti-Borghetti” . Si tratta di un provvedimento che vieta da sei ore prima a tre ore dopo la fine delle partite casalinghe del Perugia, la vendita “per asporto e la somministrazione di bevande con gradazione superiore a 5 gradi”, nonché la “vendita per asporto di bevande in contenitori di vetro e lattine” in un’ampia area che circonda lo stadio. Sono previste multe a partire da 450 euro. Il divieto che ha sollevato un vespaio di polemiche ma che, a detta del sindaco Romizi, reitera una vecchia ordinanza.

Del resto Perugia non è nuova a divieti che potrebbero essere classificati come “antidegrado”. Il capoluogo umbro, per esempio, è stato tra i primi ad adottare le ordinanze contro la prostituzione. Il provvedimento, in vigore fino al prossimo 31 ottobre, prevede sanzioni per i clienti che vengono pizzicati a intrattenersi con le prostitute di strada. Gli acquirenti del sesso a pagamento rischiano multe da 450 euro.

A Terni e Foligno invece si sta cercando una soluzione al problema della movida: il diritto al divertimento si scontra spesso e volentieri con l’altro sacrosanto diritto al riposo dei residenti del centri storici. Tra l’altro gli eccessi alimentano incuria e degrado delle città. Basta farsi un giro la domenica mattina in alcune zone dove si snoda la movida notturna per avere un’idea della portata del problema. La questione è sentita tanto dai cittadini quanto dagli stessi esercenti dei locali pubblici. I controlli da soli non bastano. Per questo in molti sollecitano nuove regole e ordinanze sull’esempio di altre città italiane (Firenze, Parma, Genova). La questione è ancora aperta.

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