Dossier sul riciclaggio, in Umbria 514 operazioni finanziare sospette nel 2013

Nel 2013 sono arrivate alla Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia 64.601 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette (-3,6% rispetto al 2012) per un valore complessivo di circa 84 miliardi di euro.

Lo evidenzia la relazione annuale sull’attività di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo trasmessa dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan al Parlamento. Il 99,7% delle segnalazioni – ricevute soprattutto da banche e poste – ha riguardato sospetti di riciclaggio, mentre le segnalazioni relative a sospetto di finanziamento del terrorismo o di programmi di proliferazione delle armi di distruzione di massa si sono mantenute su livelli numericamente marginali: 131 e 55 rispettivamente.

Più di 27mila segnalazioni (43,3% del totale) hanno riguardato operazioni sospette di importo inferiore ai 50mila euro. La quota di segnalazioni con importi superiori ai 500mila euro è stata pari al 14,1%. Il 27,3% delle segnalazioni analizzate dall’Unità è stato considerato a rischio elevato, il 22,1% a rischio medio, il 42,5% a rischio minore. Circa l’8% è stato archiviato in quanto ritenuto a rischio nullo.

La Lombardia è la regione dalla quale proviene il maggior numero di segnalazioni (il 17,9% del totale), seguita dal Lazio (14,2%) e dalla Campania (11,1%). Sostanzialmente stabile il numero delle segnalazioni un Umbria. Nel 2013 sono state 514 le attività sospette, una in più dell’anno precedente. C’è da dire, comunque, che l’Umbria si colloca in una posizione di bassa classifica, seguita solo da Molise (350 segnalazioni) Valle d’Aosta (112).

La relazione rilancia poi l’allarme Bitcoin, la moneta virtuale, che potrebbe essere utilizzata per finalità illecite. Si tratta di un metodo di pagamento che non presuppone l’identificazione degli utenti che realizzano le transazioni e non è soggetto a regolamentazione o a controllo da parte di autorità pubbliche. La Uif ha in corso approfondimenti sul potenziale di rischio di riciclaggio e finanziamento del terrorismo della moneta virtuale, anche in considerazione di alcune segnalazioni di operazioni sospette ricevute con riguardo ad anomale compravendite di Bitcoin, realizzate per mezzo di carte di pagamento o in contante con controparti estere.

Il documento evidenzia inoltre il particolare rischio di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei giochi e scommesse, dello smaltimento dei rifiuti, dei compro oro, produzione di energia eolica e di energia elettrica da fonti rinnovabili, movimento terra e gestione di cave.

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