Elezioni, Giubilei all’attacco: “Chi vota Romizi, si ritrova Salvini e Pillon”

PERUGIA – Due mesi alle elezioni e i primi screzi tra centrodestra e centrosinistra. E così Giubilei va all’attacco: “Mancano poco più di due mesi alle elezioni. I perugini il 26 maggio si troveranno di fronte a una scelta decisiva per il futuro della loro città. Daranno fiducia al centrosinistra, che sostiene un progetto espresso da diverse sensibilità civiche della nostra città o sceglieranno ancora la destra?”.

“A parte ogni altra considerazione, chi voterà per la destra deve sapere che il Romizi del 2014 non è lo stesso Romizi del 2019. E non perché gli anni passano per tutti, ma perché per sperare di vincere Romizi si deve consegnare mani e piedi alla Lega, l’unico partito che ha i voti nello schieramento che lo sostiene. Diventerà cioè OSTAGGIO di Salvini e della sua politica. La Perugia dei moderati che cinque anni fa ha scelto Romizi, se la sente oggi di regalare con i suoi voti la nostra città alla Lega? Di essere il cavallo di Troia delle politiche sovraniste e razziste del partito di Salvini? Come farà Romizi a continuare a dirsi coerentemente cattolico quando sarà di fatto prigioniero politico di uno che chiude i porti del nostro Paese non a 100mila, ma a cinquanta migranti?  E come farà a dirsi sinceramente europeo (e magari chiedere finanziamenti a Bruxelles, per esempio per le ipotetiche nuove linee di autobus, dopo la recentissima scoperta della mobilità alternativa) se è nelle mani di uno che l’Europa vorrebbe cancellarla?”.

“E non sarà in quotidiano, continuo imbarazzo ad avere il fiato sul collo di uno come il senatore Pillon, che vorrebbe riportare la donna al Medioevo e il Papato all’800?
Per fortuna la Chiesa di oggi non è quella del XX Giugno che auspica il senatore leghista e ha già preso le distanze con il segretario di Stato Parolin dal congresso della famiglia sovranista di cui guarda caso Pillon è uno degli animatori. Comunque fateci caso, sono già così in imbarazzo con Pillon che su Perugia non gli fanno dire una parola. Per ora. Forse, per ora, lo hanno chiuso a chiave in cantina.  Perugia gli darà la chiave per uscire?”.

“La nostra è una città orgogliosa, che ha sempre rifiutato ingerenze di gente lontana dalla sua storia ed estranea al suo concetto di convivenza. Che non si è mai fatta comandare da altri. Io penso che questo grande capitale di orgoglio, che è un po’ il marchio di fabbrica della nostra città, non debba essere perduto.  E le donne perugine, che contribuiscono ogni giorno con il loro lavoro, la loro intelligenza, il loro “carattere” mai accomodante a rendere viva e forte la nostra città, non saranno certo loro a consegnare le chiavi di Perugia a Salvini e Pillon.