Foligno, gioco d’azzardo, bruciati migliaia di euro al giorno. La psicologa: “È una piaga sociale, serve uno sportello per orientamento legale e finanziario”

FOLIGNO – Ogni giorno, a Foligno come nel resto d’Italia, vengono bruciati migliaia di euro nel gioco d’azzardo: un fenomeno grave e sempre più diffuso, in grado di rovinare intere famiglie e di spingere le persone al suicidio, che va affrontato non solo con strumenti di carattere sanitario ma anche legale e finanziario, magari aprendo appositi sportelli per orientare le vittime di questa nuova forma di dipendenza.

È quanto emerso oggi in un incontro, promosso dal centro sociale “Centro storico di Foligno”, per fare il punto della situazione sul gioco d’azzardo patologico e sensibilizzare la popolazione sul tema della ludopatia, anche a seguito della nuova normativa regionale in materia.

Il quadro tracciato dagli esperti intervenuti al convegno – tra cui Sonia Biscontini e Silvia Bandini, rispettivamente direttore e consulente psichiatra del dipartimento dipendenze dell’Usl Umbria 2, e Lucia Coco referente del gruppo di lavoro per il gioco d’azzardo patologico dell’Usl Umbria 2 – è a dir poco allarmante.

“Dal 2010 ad oggi – spiega a Umbria Domani la psicologa e psicoterapeuta Lucia Coco – a Foligno abbiamo seguito 116 casi di notevole gravità. Si tratta di giocatori patologici puri, senza altre forme di dipendenza, che sono riusciti a dilapidare interi patrimoni giocando centinaia di migliaia di euro allo slot machine o al bingo. C’è addirittura chi si è giocato oltre 500mila euro, perdendo casa e azienda. L’età media è tra i 40 e i 50 anni, all’80 per cento uomini, quasi tutti con un lavoro dipendente, di buon livello economico. Diversi anche gli imprenditori, gli operai, i dipendenti pubblici, i pensionati, pochi invece i giovani sotto i trent’anni. Chi gioca lo fa per avere un antidoto alla solitudine, un momento di rivalsa contro la vita o la precarietà, per staccare la spina dalle difficoltà della quotidianità, per avere scariche di adrenalina e attimi di presunta felicità. Si comincia per gioco e in breve si arriva a essere totalmente dipendenti: nei giocatori scatta lo stesso meccanismo di chi assume droga e se non giocano vanno in astinenza e stanno male. Il gioco d’azzardo – continua la dottoressa Coco – è una malattia neuropsicologica, che congela l’aspetto razionale e dà ampio spazio a quello emotivo: le persone che ne soffrono sono capaci di stare anche otto ore di fila davanti a un slot machine, perdendo il contatto con la realtà, anche perché questi strumenti sono in grado di creare stati di trance ipnotica attraverso i suoni e i colori che producono”.

“Non è semplice aiutare queste persone – evidenzia ancora la psicologa – ma a Foligno vantiamo una struttura che ha ottenuto la qualifica di centro di riferimento regionale. Ci sono diverse fasi: l’accoglienza della persona e la presa in carico dell’intera famiglia; il tutoraggio economico con un familiare che gestisce e controlla i soldi in mano al giocatore; il percorso psicologico per capire quale disagio si nasconde dietro l’azzardopatia; il gruppo terapeutico di giocatori; il gruppo multicoppiale. È molto importante sostenere anche la famiglia del giocatore: spesso, a causa del gioco, si creano separazioni, difficoltà con i figli, si finisce in mano agli strozzini e si verificano idee suicidarie”.

“Va inoltre detto – continua Lucia Coco, che è anche consultore del sindaco di Foligno per la promozione della salute e del benessere e della qualità della vita – che la crisi economica e la precarietà hanno favorito il gioco d’azzardo. Siamo di fronte a una vera e propria piaga sociale, che va gestita con strumenti adeguati. L’aspetto sanitario viene garantito, con successo, dalla Usl ma una volta superata questa parte restano i debiti: è necessario che il Comuni attivino uno sportello gratuito di orientamento, con professionisti ed esperti, dove le vittime del gioco e i loro familiari possano trovare supporto legale e finanziario utile alla gestione delle difficili conseguenze economiche del gioco d’azzardo”.

Al convegno è intervenuta anche la vice presidente della Regione Umbria, Carla Casciari, che ha illustrato la legge regionale contro la dipendenza da gioco d’azzardo. Secondo quanto reso noto dagli organizzatori dell’incontro, si stima che in Umbria vengono spesi in giocate circa due milioni di euro al giorno.

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