Foligno, caso biodigestore, presentato il progetto: “Utile per tutti e zero rischi”. Vantaggi economici e ambientali

FOLIGNO – Il nuovo biodigestore di Foligno avrà zero rischi per la salute e importanti vantaggi per ambiente ed economia. Parola di Ati 3 Umbria, Valle Umbra Servizi, Comune di Foligno, i soggetti promotori dell’iniziativa di ammodernamento e integrazione dell’impianto di compostaggio di Casone. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, la nascita del comitato per il “no” e lo scontro anche politico sul progetto, arriva la presentazione ufficiale del progetto, con un messaggio chiaro: non sarà pericoloso, ma utile a tutti. E contemporaneamente prende il via il percorso di confronto e dialogo con la comunità, con una serie di incontri sul territorio presenti rappresentanti delle istituzioni locali e delle realtà aziendali coinvolte nel progetto.
“Il nuovo impianto di biometano di Casone – afferma il presidente di Valle Umbra Servizi Maurizio Salari – risponde puntualmente alle esigenze di trattamento dei rifiuti previste nella delibera regionale del gennaio 2016 per accelerare l’incremento della raccolta differenziata, nonché, ovviamente, alle direttive dettate dalla stessa Regione Umbria fin dall’approvazione del Piano regionale dei Rifiuti, così come recepito da ATI 3 Umbria e dal Comune di Foligno. Il nostro territorio deve poter trattare, per raggiungere il 65% di raccolta differenziata,
almeno 30.000 tonnellate annue di organico e di verde. L’impianto ha una capacità che tiene conto di questo adeguamento attuale e naturalmente degli sviluppi futuri sia demografici che di incremento ulteriore della raccolta differenziata”.
“Questo impianto – sottolinea l’amministratore delegato di Asja, Alessandro Casale – sono certo che sarà fondamentale per una gestione più efficiente dei rifiuti a Casone. Infatti, produrre biometano vuol dire optare per una gestione virtuosa della frazione organica del rifiuto con grandi vantaggi in termini ambientali ed economici per tutto il territorio. Asja, con la sua ventennale esperienza nel settore delle energie rinnovabili, è sicura che questo impianto sia destinato a diventare il fiore all’occhiello del territorio che lo ospita, sia per la tecnologia utilizzata, già consolidata nei Paesi più virtuosi del nord Europa e sperimentata con successo anche in Italia, sia per la gestione, di cui Asja avrà la responsabilità”.

CARATTERISTICHE TECNICHE E NUMERI

Sostanzialmente il nuovo sistema impiantistico – che andrà a sostituire il processo di compostaggio aerobico dell’attuale struttura di Casone, ormai attiva da circa venti anni – permetterà di recuperare circa 40.000 tonnellate di scarti alimentari e altri rifiuti organici, trasformandoli in energia pulita (biometano) e in fertilizzante (compost). Sarà così possibile ridurre rispettivamente il ricorso a fonti fossili e a fertilizzanti chimici. Il biometano, combustibile pulito, verrà immesso in rete. Il compost sarà, invece, impiegato in agricoltura come fertilizzante naturale. Un risparmio non solo in termini ambientali quindi, ma anche economici.

Dalle 40.000 tonnellate di rifiuti organici trattati in impianto si potranno ricavare 4 milioni di metri cubi di biometano che verrà immesso in rete; 2.380 – la stima del numero di famiglie che potranno usufruire del biometano prodotto in impianto; 2.347 – la stima delle tonnellate equivalenti di petrolio risparmiate; 533 – il numero di auto che in alternativa potrebbero essere alimentate dal biometano prodotto.

Sistemi di depurazione e di captazione dell’aria con torri di lavaggio e biofiltri, porte ad impacchettamento a ogni varco, edificio di trattamento dei rifiuti in totale isolamento atmosferico e un processo di trattamento anaerobico. Queste le strutture e le tecnologie scelte per l’abbattimento delle emissioni odorigene e per tutelare l’ambiente. Particolare cura sarà rivolta anche alla prevenzione di possibili contaminazioni delle falde acquifere, con l’impermeabilizzazione delle aree di transito dei mezzi di trasporto e la creazione di barriere fisiche tra la falda e il terreno su cui poggia l’impianto.

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