Foligno, chiesa di Fuksas al gelo, la gente difende i parroci

FOLIGNO – Non piace ai fedeli della parrocchia di San Paolo a Foligno la “versione tecnica” fornita per dare una spiegazione al freddo che attanaglia la chiesa-cubo di Fuksas. Le parole espresse dall’ingegner Stefano Cremo, amministratore delegato del gruppo Ai Engineering che ha progettato l’impianto di riscaldamento della struttura disegnata dal celebre architetto Massimiliano Fuksas, inviate a Umbria Domani dal press office dello Studio Fuksas, hanno destato una certa indignazione nella comunità parrocchiale.
La gente non ci sta a sentir dire che “il problema è la volontà del parroco di non spendere soldi per il riscaldamento, probabilmente motivata dallo scarso utilizzo della chiesa” e difende a spada tratta l’operato di don Antonio Ronchetti e don Giovanni Zampa, i due sacerdoti della chiesa di San Paolo. Come come non ci sta a sentirsi dire che “trattandosi di un edificio inaugurato nel 2009, è incredibile che possa succedere un tale disagio a distanza di anni, soprattutto, in un anno meno freddo di altri” e che le ditte locali che hanno eseguito i lavori e realizzato l’impianto, “hanno confermato che nessuno li ha contattati per queste problematiche o per problemi relativi al funzionamento dell’impianto”.

fedeli-chiesa-fuksas
Fedeli a messa nel salone parrocchiale della chiesa di Fuksas

“I parroci – dicono alcuni fedeli uscendo dalla messa pomeridiana che si svolge nella cappella perché la chiesa è troppo fredda, stesso motivo per cui la celebrazione della domenica è stata trasferita nel salone parrocchiale – hanno sempre condiviso il problema con la comunità. Il disagio del freddo è stato segnalato da anni alla Curia di Foligno, alla Cei, a Fuksas e ai suoi collaboratori nonché alle ditte locali che hanno eseguito l’impianto”.
“La vicenda – continuano – è esplosa pubblicamente solo adesso, a distanza di anni, semplicemente perché i fedeli si sono stufati dei disagi e hanno iniziato a protestare e ad allontanarsi dalla chiesa. Non è che i parroci non accendono il riscaldamento, è che è inutile farlo perché si spendono un sacco di soldi e non serve a niente”.

Don Antonio Ronchetti conferma che “per mantenere sempre acceso il riscaldamento ci vogliono in media 100 euro al giorno, una cifra enorme considerando anche che il risultato non cambia”.
“E’ ingeneroso – continua il parroco – sentirsi dire che la chiesa è scarsamente utilizzata perché siamo una delle unità pastorali più grandi della diocesi Foligno e in media alla messa vengono 600 persone. Il problema del freddo, come del caldo in estate, esiste da sempre, i fedeli si sono stancati e hanno posto il problema”.
Un problema arrivato alla ribalta nazionale, di cui in questi giorni, dopo la segnalazione di Umbria Domani, hanno parlato in tanti (oltre alla stampa locale anche testate nazionali come Il Giornale e Il Sole 24 Ore, ma anche Massimo Gramellini e Fabio Fazio su “Che tempo che fa”, la nota trasmissione di Rai 3) scatenando polemiche e un vasto interesse, anche da parte di ingegneri e avvocati che, in queste ore, da tutta Italia e dall’estero stanno contattando i parroci per proporre soluzioni. “Ci ha chiamati addirittura una ditta dall’Austria – dice don Giovanni Zampa – continuiamo a pregare, che una soluzione prima o poi si troverà”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.