Foligno, sisma, il vescovo: “Salvi per San Benedetto e ora ci indica la strada da seguire: ora et labora”.

FOLIGNO – Siamo salvi per intercessione di San Benedetto e lui ora ci indica la strada da seguire in queste ore di grande apprensione. Così il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, commenta il terremoto che ha colpito l’Umbria, in particolare la Valnerina, il 30 ottobre scorso. E lo fa attraverso le colonne della Gazzetta di Foligno, il settimanale della Diocesi, a cui ha affidato la sua riflessione dopo il drammatico evento.

“Il terremoto – ha detto il presule – ha una forza devastatrice simile a quella della guerra: osservando le macerie della Basilica di San Benedetto mi è tornata alla mente l’immagine dell’Abbazia benedettina di Montecassino devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Le macerie della Basilica che si ergeva sopra la casa natale di San Benedetto, Patrono d’Europa, mi hanno portato a pensare alle lesioni che presenta la Casa comune europea, che non può rinunciare alle sue fondamenta cristiane, le quali reggono i ponti, non i muri! San Benedetto con il suo motto “ora et labora” indica la strada da seguire anche in quest’ora di grande apprensione. L’immagine delle Clarisse del Monastero di S. Maria della Pace di Norcia, messe in salvo dai volontari della Protezione Civile, è l’icona dell’incontro tra orazione e azione”.

E ancora: “Il terremoto ha il terribile potere di rendere nemica la casa: questa è l’esperienza che la nuova sequenza sismica ci ha fatto sperimentare, riaprendo la ferita scritta nella nostra memoria il 26 settembre 1997. Sentire ostili le pareti domestiche, guardarle con sospetto, ascoltarne il fremito è quanto di più amaro si possa avvertire. E tuttavia, nonostante le crepe che osserviamo sulle pareti degli edifici della nostra città, che ci auguriamo più limitate di quanto in queste ore si osi pensare, è doveroso riconoscere che il cantiere della ricostruzione a Foligno ha retto anche alla prova di un terremoto che ha liberato un’energia così devastante”.

“Il sisma – ha commentato monsignor Sigismondi – è giunto di domenica, in prossimità della solennità di Tutti i Santi, dei quali è Regina la Vergine Maria, che a Foligno è particolarmente venerata con il titolo di Madonna del Pianto da quando un terremoto che portò grande rovina a Norcia e causò molto spavento a Foligno, ma senza fare seri danni, fece pensare che la Madonna del Pianto avesse salvato la città, perché quel giorno coincideva con la sua festa: era domenica 14 gennaio 1703. L’evento sismico si è verificato in un’ora della storia che registra terremoti causati, oltre che dai movimenti geologici, dall’indurimento dalle pareti dei cuori che, da troppo tempo, scuotono con efferati atti di violenza le popolazioni del Medio Oriente, in particolare quelle dell’Iraq. Non dimentichiamo questi fratelli mentre trema la terra sotto i nostri piedi! Non dimentichiamo nemmeno questa parola del Salmista che, in queste ore, vado ripetendo come una litania: “Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare” (Sal 46,1-2). L’invito a non temere è legato ad una premessa, che è una promessa: “Dio è per noi rifugio e fortezza”.

LA SITUAZIONE DELLE CHIESE A FOLIGNOimg_2884
Tutte le chiese nel territorio della Diocesi di Foligno, sono chiuse dal 30 ottobre per consentire ai tecnici di valutare i danni provocati dalle ultime scosse sismiche: a sopralluogo avvenuto Curia e Comune decideranno se e quali edifici riaprire al culto.
La chiesa di Colfiorito ha qualche problema al portale, problemi abbastanza seri a Colle San Lorenzo, Serrone e Scopoli. Situaione grave anche a San Giovanni Profiamma già dalle scosse di agosto. In Cattedrale sono ancora in corso le verifiche, così come nel Chiostro di San Giacomo e all’Abazia di Sassovivo. Per il resto la situazione sembra essere sotto controllo, ma intanto in tutte le parrocchie la messa si celebra all’aperto o in strutture prefabbricate.

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