Galleria Tescino, i periti del tribunale: “Contaminata dalla discarica Ast”

TERNI – “La contaminazione riscontrata nelle acque di infiltrazione della galleria Tescino è da ricondurre esclusivamente alla discarica Tk”. Lo dicono i periti incaricati dal gip, Maurizio Santoloci, nell’ambito dell’incidente probatorio sull’indagine che vede indagati un dirigente del settore ambiente di Tk-Ast e due dirigenti del compartimento per la viabilità dell’Umbria di Anas spa.

Tre i quesiti principali posti all’attenzione dei due periti, Mauro Sanna e Ivo Pavan: due relativi alla composizione e all’eventuale contaminazione delle acque che per diverso tempo hanno continuato a colare dalla volta della galleria. Per i due consulenti si tratta di “acque naturali contaminate da inquinanti diversi come cromo totale, cromo VI, nichel, alluminio, antimonio, manganese e nitriti, con ridotte tracce di origine fecale”.

Il terzo punto era quello su eventuali nessi causali tra la contaminazione delle infiltrazioni e la percolazione delle discariche Ast e Rsu (rifiuti solidi urbani) soprastanti e i materiali utilizzati per costruire il tunnel. Rispetto a questo, le conclusioni a cui giungono i periti sono che “le discariche di rifiuti industriali sono l’unica fonte rilevante di cromo VI di origine antropica presente nell’area della galleria”.

Una conclusione che contrasta con la relazione effettuata dall’Arpa, che evidenzia “una maggiore correlazione con il percolato prodotto nella discarica Rsu”, in un quadro comunque complicato “rispetto al riconoscimento della derivazione della contaminazione” e che non esclude la presenza “di un ibrido legato alla miscelazione dei due percolati” (Ast e Rsu ndr.).

Il confronto sulle perizie si avrà il 10 novembre nell’udienza fissata davanti al gip, Santoloci. Oltre a questo fascicolo, ce n’è altro aperto dalla procura sul tunnel Tescino ed è legato ai gravi problemi di salute denunciati da Alessandro Ridolfi, il tecnico toscano che nel 2009 aveva lavorato all’interno della galleria.

 

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