Gioco d’azzardo, in Umbria spesi 1.000 miliardi di euro l’anno. Contagiato un adolescente su tre

FOLIGNO – Cinquecento lettere indirizzate al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere di togliere la gestione del gioco d’azzardo a società commerciali, per evitare che venga incentivato e che continui a mandare sul lastrico migliaia di persone. È stato un successo, il 7 maggio a Foligno, lo “Slotmobfest”, evento di cittadinanza attiva, organizzato da 21 associazioni di diversa estrazione, per dire no a questa piaga sociale e stop alla dipendenza dello Stato dall’azzardo incentivato per legge. A firmare la petizione – con lettere imbustate e affrancate singolarmente, grazie anche al contributo della multinazionale Umbra Group – sono stati in tanti a partire dal sindaco, Nando Mismetti. Foligno è stata l’unica città umbra a partecipare all’iniziativa, insieme ad altre 60 realtà in tutta Italia. E non è un caso, visto che qui esiste il Centro di riferimento regionale contro la dipendenza da gioco d’azzardo, coordinato dalla psicologa e psicoterapeuta, Lucia Coco. Una realtà importante che finora ha seguito 180 persone (55 maschi e 9 donne), di cui 64 nel 2015 con un’età media di 44 anni. In Umbria i numeri sono drammatici: si parla di 1.000 miliardi di euro giocati nel 2014 e di un adolescente su tre, fra 15 e 19 anni, che ha giocato d’azzardo nel 2014, con un aumento del 110 per cento dei giocatori seguiti dai servizi.
“Questo quadro – spiega la dottoressa Coco (nella foto accanto) – è solo la punta dell’iceberg. Si calcola, infatti, che in Umbria siano 10.000 i giocatori a rischio di contrarre la patologia, con conseguenze che rFullSizeRender_6iguardano le loro finanze e le loro relazioni familiari e sociali. La spesa pro capite, nel 2013, è stata stimata in 264 euro. Offrire assistenza ai giocatori patologici non basta, bisogna smetterla con l’uso della parola ludopatia, creata ad arte per edulcorare una realtà che non è dolce per niente. Il gioco, ludus, è una cosa bella, gioiosa, un bene relazionale e nell’azzardo non c’è niente di questo. Occorre promuovere uno spirito critico rispetto a un Paese che è diventato un casinò diffuso, con interessi intoccabili, persino con atleti che promuovono il gioco d’azzardo nella pubblicità. Lo ‘Slotomobfest’ ha cercato di sensibilizzare i cittadini e si è posto l’obiettivo di invitare lo Stato a ridiscutere l’affidamento del settore dell’azzardo alle attività commerciali, interessate solo al profitto”.
La Giunta regionale dell’Umbria, nell’ottobre 201,5 ha adottato un piano operativo contro il gioco d’azzardo ed è stato istituito un gruppo di lavoro. La Usl Umbria 2 ha attivato, a Foligno, un centro di riferimento regionale ed esiste anche un numero verde per chiedere aiuto, mentre in tutte le Asl sono previsti punti di assistenza per giocatori e loro familiari. C’è anche il progetto del marchio ‘No slot’ per i locali liberi da slot machine: al momento ci sono proposte dall’Esecutivo regionale sull’applicabilità del testo di legge e l’atto è all’esame dell’apposita commissione consiliare: la modifica è tesa ad assicurare agevolazioni fiscali soltanto a coloro che disinstallano le slot dai loro locali.

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