Il vescovo Sorrentino scende in campo per il lavoro: “E’ dignità della persona”

ASSISI – Ex Merloni, Colussi, ma anche Tagina. Le vertenze della fascia appenninica sono particolarmente calde e scende in campo anche il vescovo di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, che annuncia di aver incaricato la Commissione Diocesana per i Problemi Sociali e il Lavoro di seguire da vicino le situazioni di crisi aziendali (Colussi, ex Merloni, Tagina) che rischiano di coinvolgere un numero sempre maggiore di lavoratori e riguardano imprese un tempo simbolo di occupazione e stabilità. “Preoccupano – dice Sorrentino – gli annunci di nuove procedure di licenziamento collettivo e la situazione della fascia appenninica in cui per molte persone sono cessati gli ammortizzatori sociali, mentre per altre si prospettano anni con forti riduzioni del reddito”.

“Il lavoro – prosegue – è espressione primaria della dignità della persona e ne consente la sua realizzazione personale e familiare, nonché la sua partecipazione alla vita sociale e alla costruzione del bene comune.  Negare il lavoro ad un giovane o ad un adulto è un atto che non solo ferisce la singola persona, ma la stessa democrazia e la giustizia sociale. Facendomi interprete anche degli altri vescovi della regione, esprimo l’auspicio che ogni parte interessata si impegni ad avere, in questo delicato momento, un supplemento di responsabilità. È  in gioco la dignità di migliaia di persone e il futuro della nostra terra. Si tratta di un impegno corale al quale nessuno potrà sottrarsi. Accanto alle aziende, ai lavoratori interessati e ai sindacati, anche la politica è chiamata in causa. È soprattutto sul terreno del lavoro che si misura la sua capacità di provvedere al bene comune. Abbiamo bisogno di una politica che rimuova gli ostacoli alla creazione del lavoro e dell’impresa, che sia attenta alla formazione professionale dei giovani e degli adulti e che sappia rimettere in gioco gli “scartati” dall’attuale sistema economico”.

“Ai lavoratori e alle loro famiglie che vivono momenti di angoscia, di inquietudine e sofferenza, giungano i sentimenti di vicinanza della Chiesa. Possono essere certi che resteremo sempre al loro fianco nell’impegno per una società più giusta e fraterna, in cui a ciascuno sia assicurata dignità e speranza”.

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