Inchiesta Spada: intercettazioni e mail nelle mani degli inquirenti. Per la Procura: “Almeno 5 anni di conferimenti di incarichi per collaborazioni non a norma”

TERNI – Mail su Mail. Catturate dagli inquirenti. Intercettazioni che non lasciano sfuggire apprezzamenti e vanti che – stando a quanto scrive la Procura della Repubblica negli atti ufficiali – fanno intendere come il sistema messo in piedi dai tre indagati, l’assessore D’Ubaldi, il presidente Terni Reti Caracci Montalbano, e dal consulente Camporesi, fosse collaudato e funzionava da tempo.

Almeno 5 anni di conferimenti di incarichi per collaborazioni non a norma.
Proprio quelle mail, che anche in seduta di consiglio comunale sono state portate alla luce dal consigliere comunale 5 Stelle, Thomas De Luca, sono rientrate nella lente della Procura ternana.
C’è chi ritiene che si tratti di una
svista da parte dell’assessore D’Ubaldi, che non avrebbe però fermato – secondo la Procura – il meccanismo di conferimento degli incarichi.
Nelle carte, si legge che anche nel 2016 il consulente Camporesi avrebbe assunto un ulteriore incarico di consulenza esterna affidatogli direttamente dal presidente Terni Reti – Montalbano Caracci – su pressione e indicazione dell’assessore D’Ubaldi.
Per la Procura, un incarico conferito in via diretta, con tanto di norma di legge volutamente sbagliata, per cercare di motivare la procedura.
Lo stesso sistema non avrebbe ricevuto alcuna battuta di arresto neanche nel 2017.
L’assessore D’Ubaldi – senza delega alle Aziende Partecipate”, riservata invece al sindaco Di Girolamo – avrebbe continuato a conferire incarichi no stop al consulente Camporesi dalla Terni Reti.
Un trait d’union tra il commercialista ed i vertici delle Farmacie e di Terni Reti.

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