L’ ultra cattolico Pillon rischia di non tornare in Parlamento: pesa lo scontro con la Tesei ?
Nemmeno gli ultimi ritocchi sono riusciti a salvare il senatore Simone Pillon, noto per le sue battaglie ultra-cattoliche. Nato a Brescia ma vive da tantissimi anni a Corciano in Umbria, sposato con tre figli, 51 anni compiuti il primo giugno scorso. Eppure, quasi cinque anni fa, Matteo Salvini quando chiuse la campagna elettorale per le politiche alzando al cielo il rosario giurò: ” Non lo mollo più”. Una promessa non mantenuta perché Pillon rischia seriamente di non essere eletto. Per lui soltanto un secondo posto nella lista plurinominale della Camera dei Deputati, dietro la ternana Valeria Alessandrini. Elezione, quindi, quasi impossibile. A pensare che per tutta la legislatura ha cercato con grande sforzo di spiegare agli umbri l’impegno di Salvini a difesa di alcune battaglie fondanti per un cattolico. Secondo alcuni sarebbe stato proprio Pillon a consigliare a Salvini la coroncina mariana anche se le cronache ricordano che gli fu donata da un sacerdote anti-tratta. Sarebbe stato sempre lui a consigliare il leader della Lega ad affidare l’Italia e l’Europa al cuore immacolato di Maria. Sarebbe stato ancora lui a consigliare Salvini a compiere una missione al santuario di Medjugorje . Quattro anni fa fu candidato dalla Lega in Lombardia e venne eletto senatore della Repubblica. A Palazzo Madama ha portato avanti le sue battaglie storiche: modifica delle legge 194 per avere un numero di aborti pari a zero; provvedimenti a favore della natalità e per combattere il calo demografico; proposte contro l’eutanasia e sull’affidamento condiviso. In questi anni è stato anche accusato di omofobia, spesso anche da personaggi famosi, a causa delle sue prese di posizione contro il ddl Zan. Nel 2021 è stato accusato di sessismo dopo aver dichiarato che “le femmine hanno maggiore propensione per le materie legate all’accudimento mentre i maschi sono più portati per le materie tecniche”. Insomma, Pillon, a cinquanta anni, si aspettava più gratitudine dai suoi amici della Lega. A dirla tutta, c’è chi lega la “bocciatura” dell’ormai ex senatore all’attacco di Pillon alla Tesei sul patrocinio concesso dalla Regione alla manifestazione dell’ Umbria Pride. Quell’attacco sarebbe stato considerato dalla governatrice troppo odioso da dimenticare in fretta, un’aggressività pesante e indigesta. Forse anche altri del suo stesso partito se la sono legata al dito. Fatto sta che l’ultra cattolico Simone Pillon è stato superato dalla ternana Valeria Alessandrini che il 26 settembre prossimo tornerà di nuovo in Parlamento mentre il cofondatore del Family Day dovrà aspettare il prossimo giro. Ammesso che ci sia un prossimo giro.