La legge elettorale dell’Umbria diventa un caso nazionale, anomalie e dubbi di incostituzionalità. Leonelli (Pd) difende il testo

La legge elettorale dell’Umbria sale agli onori della cronaca nazionale con un articolo pubblicato oggi in prima pagina sul Corriere della Sera.

Giovanni Belardelli, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia, in un lungo e articolato intervento parla di “trovata”. Reputa la legge  politicamente indifendibile e sollecita il Governo a impugnarla. Il professore sottolinea in particolare la previsione della soglia del 60 per cento dei seggi alla lista vincente senza alcuna soglia minima di voti. Questo pur sapendo che, dopo la sentenza della Consulta del 2014 sulla legge elettorale nazionale, un premio di maggioranza che non preveda una soglia è probabilmente incostituzionale. Nel “mirino” del docente più in generale finiscono le leggi elettorali regionali, o meglio, l’anomalia delle leggi elettorali regionali, che contrastano con l’uniformità di quelli dei Comuni.

“Che ciascun consiglio regionale si faccia una sua legge elettorale – scrive Belardelli – è diventato possibile dopo che quindici anni fa una riforma costituzionale ha stabilito che spetta alle Regioni, sia pure entro principi generali stabiliti dallo Stato, scegliere la propria forma di governo e il proprio sistema elettorale”. il risultato è quello che Belardelli definisce  un “vestito di Arlecchino”, ossia una molteplicità di regole che, nel sentire dei cittadini, è amplificata dal fatto che a livello comunale, invece, è in vigore da tempo e un sistema a doppio turno. Le differenti leggi regionali prevedono premi di maggioranza senza soglia si accesso. Ma mentre la Toscana ha varato una lette che prevede la soglia minima del 40 per cento per accedere al premio e, se nessuna coalizione la raggiunge, il ballottaggio. In Umbria questa possibilità non c’è.

“Questa possibilità – aggiunge docente nell’intervento sul Corriere della Sera – è ancora difficile da metabolizzare in una regione in cui la sinistra è abituata a vincere sempre e non ha ancora assorbito il trauma della perdita del Comune di Perugia”.

Respinge le critiche il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli.

“Come, per cultura – dice Leonelli –  siamo abituati a rispettare i pareri di tutti, a cominciare da quelli di autorevoli costituzionalisti, rispettiamo oggi le opinioni del professor Belardelli, laureato in Lettere e docente di Storia, che dopo essersi speso nella sua carriera nello scrivere riguardo al ventennio, a Mazzini e al Risorgimento oggi si riscopre esperto di diritto costituzionale e leggi elettorali regionali”.

“Prendo atto – sottolinea il segretario regionale del Pd – della sicurezza con la quale affronta la questione relativa al profilo di costituzionalità della legge elettorale così come modificata dal consiglio qualche settimana fa, tema non scontato nemmeno per chi, come me, è chiamato, per curriculum di studi e professione privata, a occuparsi di leggi e della loro applicazione. Mi siano consentiti alcuni chiarimenti. Il ministro Boschi si è recentemente pronunciata, in parte, nel merito, sgombrando il campo da ‘opinioni’ di manifesta incostituzionalità rispetto al testo, tutte politicamente legittime ma che devono pur sempre confrontarsi con la realtà. La realtà è che le modifiche alla legge elettorale umbra, con in primo luogo l’abolizione del listino e l’introduzione della doppia preferenze di genere, sono di fatto migliorative rispetto all’impianto precedente e hanno il merito di parificare il sistema elettorale umbro a quello di tutte le altre regioni d’Italia, fatta eccezione per la Toscana. E la realtà è che a pronunciarsi, eventualmente, sulla rispondenza ai precetti costituzionali della nuova legge ci penseranno gli organismi e gli esperti preposti”.

“Per quello che ci riguarda  – conclude Leonelli – continuiamo con entusiasmo a partecipare il nostro progetto per l’Umbria, sulla scorta del grande successo di #UmbriaVerso, sabato al Lyrick, quando abbiamo toccato con mano la voglia di futuro che c’è nel nuovo Pd e la fiducia che la comunità regionale ripone nel nostro percorso”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.