L’autentico amore di Paolo Villaggio per l’Umbria

L’Umbria l’amava in modo sviscerato e autentico. Ed è per questo che aveva acquistato una proprietà a Città della Pieve, luogo in cui ha trascorso molto tempo anche per girare la serie televisiva Carabinieri. Poalo Villaggio negli ultimi anni frequentava Perugia anche per curarsi dalla malattia che si portava dietro da anni e che lo ha portato a spegnersi nella giornata di ieri. L’Umbria l’aveva nel cuore, era innamorato del capoluogo e appena poteva si recava nel centro storico per godersi le bellezze artistiche e architettoniche, oltre a soddisfare il suo palato, gustandosi alcuni piatti tipici di cui “andava matto”. Addirittura spesso succedeva che durante la degenza in ospedale, senza alcun permesso rilasciato dal nosocomio, chiamava un taxi e andava a visitare qualche monumento, andava al cinema, allo stadio e soprattutto si recava al ristorante. Sì perché Villaggio era molto goloso. Il Prof. Ennio Mannarino, che dirigeva la Medicina Interna dell’ospedale di Perugia che aveva in cura l’attore, afferma che “Paolo Villaggio è stato un grande amico e un paziente speciale. Era un paziente, diciamo così: impaziente. Nel senso che mal sopportava certe indicazioni, specie se riguardavano limitazioni del cibo, di cui era incorreggibilmente bulimico”. Questo percorso di cure al Santa Maria della Misericordia di Perugia, che lui ironicamente definì “un tagliando”, iniziò nel 2013. L’apprezzamento che nutriva per tutto lo staff di medici e del personale infermieristico non esitava a renderlo pubblico affermando: “Ho trovato gente che sa il fatto suo. Non è che abbia potuto girare tutto l’ospedale, ma si capisce alla svelta che le cose funzionano, che gli operatori fanno il loro lavoro con passione ed intelligenza. Ci vorrebbe che la sanità funzionasse così in tutta Italia. Qui a Perugia ho visto che ai miei vicini di stanza veniva riservato lo stesso mio trattamento. Non ho chiesto privilegi né attenzioni particolari. Per quanto è stato possibile mi sono presentato in incognito, ma è chiaro che non ho potuto nascondermi, perché mi piace conoscere il parere della gente. Da chiunque si può imparare qualcosa”. Ed è proprio per questo che la stanza nella quale si trovava era sempre piena di fan, curiosi e ammiratori tutti smaniosi di vedere da vicino il mitico Fantozzi. Lui contraccambiava con cordialità queste visite, era molto curioso e parlava con piacere con la gente soprattutto con le persone semplici e autentiche. Il Prof. Mannarino lo ricorda come un raffinato uomo di lettere i cui interessi culturali spaziavano in svariati settori, dal cinema, al teatro, alla politica. Villaggio, con i suoi 84 anni, ha segnato la storia del cinema, del teatro e della televisione italiana, interpretando personaggi legati a una comicità paradossale e grottesca, come il professor Kranz e Giandomenico Fracchia, divenendo poi famoso per il suo ruolo di ragionier Fantozzi. Ha interpretato anche ruoli più drammatici partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmuller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Nel 1992 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera in occasione della 49esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, mentre nel 2000 ha ricevuto il Pardo d’onore alla carriera durante il Festival del cinema di Locarno. All’attività di attore ha affiancato quelle di scrittore, che ebbe inizio proprio con un libro su Fantozzi al quale seguiranno altri otto sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico. Commoventi le parole della figlia che lo ha ricordato con queste parole con un post su Facebook: “Ciao papà ora sei di nuovo libero di volare”.

 

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