Manovra correttiva a Palazzo dei Priori, ok della commissione. La maggioranza: “Nessun caso Perugia”

PERUGIA – Nessun “Caso Perugia”. E’ il grido che si leva dalla maggioranza di Palazzo dei Priori durante i lavori della commissione Bilancio, che ha approvato con 9 voti a favore e quattro contrari la manovra correttiva dei conti, dopo la bacchettata della Corte dei Conti. Nel merito la maggioranza ha detto di non avere nulla da obiettare sulle misure proposte ritenendole congrue. Per il futuro uno dei gruppi ha proposto, tuttavia, di valutare attentamente l’opportunità di procedere ad una “valorizzazione” delle quote delle partecipate, partendo da Afas, al fine di liberare risorse utili per gli investimenti.

La maggioranza ha sostenuto che non esiste un “caso-Perugia”, in quanto la situazione di difficoltà finanziaria è comune a molti Enti italiani che, non a caso, stanno adottando misure correttive similari. Ciò che conta, ritengono, è procedere ad un’inversione di tendenza rispetto al passato, cosa che a Perugia è accaduta. Si pensi all’anticipazione di tesoreria, passata dai 22 milioni del 2013 ai 13 del 2017; oppure all’utilizzo dei fondi vincolati per cassa, passati dai 17 milioni del 2013 ai 4 milioni del 2017.

Infine si registra un netto calo anche per ciò che riguarda l’utilizzo delle entrate straordinarie per gli equilibri di cassa.

In seno alla maggioranza, c’è tuttavia anche chi ha espresso perplessità su alcuni punti, partendo dalle posizioni organizzative per arrivare ai presunti risparmi legati alle internalizzazioni, chiedendo di conseguenza una revisione della preconsiliare.

La critica dell’esponente è stata che la macchina comunale continua a non funzionare da decenni essendo rimasta sempre uguale.

Le opposizioni hanno espresso un parere fortemente contrario sulla manovra, ritenendola in primis insufficiente rispetto ai rilievi mossi dalla Corte dei Conti. Segnalano, in particolare, che la relazione certifica le politiche stantie della maggioranza, con tanti proclami, molto presenzialismo, ma scarsa concretezza. Insomma la manovra appare generica e non in linea con le sollecitazioni della magistratura contabile. Entrando nel dettaglio delle voci contenute nella preconsiliare, l’opposizione ha evidenziato che le vendite varie (immobili e minimetrò) non sono state proposte per finanziare gli investimenti, ma per coprire l’ennesimo buco di bilancio, il terzo, e, dunque, solo per fare cassa.

A detta di parte dell’opposizione la situazione del Comune di Perugia è difficile: dopo i buchi lasciati dalle precedenti Amministrazioni, 70 milioni in totale, oggi si aggiunge quello dell’attuale Amministrazione, pari a 20 milioni circa, con la conseguenza che la città è ormai in ginocchio. Tra i punti maggiormente contestati dall’opposizione vi è il numero 6 (indirizzi in materia di entrate e spese per la definizione del bilancio di previsione), in quanto totalmente generico. Le opposizioni, infine, hanno espresso un netto parere contrario circa la proposta di vendere le farmacie Afas, ritenendole un autentico gioiello per la città.

Per questo hanno annunciato, nel caso in cui si dovesse concretizzare tale proposta, l’intenzione di aprire una battaglia sul punto.

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