Morte di don Elio Bromuri: dalle istituzioni ai giornalisti, il cordoglio dell’Umbria

In breve la notizia della morte di don Elio Bromuri ha fatto il giro dell’Umbria. In queste ore si stanno moltiplicando le attestazioni di cordoglio e i ricordi da parte delle istituzioni e non solo.
Tra i primi, il ricordo del presidente del consiglio regionale dell’Umbria, Donatella Porzi che “profondamente colpita dalla morte di Don Elio Bromuri, si unisce al dolore della Chiesa perugina ed umbra, che perde una delle figure di maggior rilievo nel dialogo interreligioso. Sicura di interpretare il sentimento di tutti i consiglieri regionali umbri esprimo al cardinale Gualtiero Bassetti i sensi del nostro più profondo cordoglio”.
“Uomo di fede profonda, raffinato intellettuale e giornalista di razza – dice Porzi – don Elio, nella sua prolifica attività di saggista e giornalista, ci ha offerto in tutti questi anni innumerevoli e mai banali spunti di
riflessione e di analisi sociale e politica sulla realtà umbra e nazionale. Tutte qualità che nei miei precedenti incarichi amministrativi ho avuto il privilegio di apprezzare attraverso la conoscenza personale con lui e la condivisione di alcune significative esperienze. Come direttore de La Voce, Don Elio ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione, formando tanti giovani giornalisti e regalandoci i suoi acuti e profondi editoriali settimanali che, da oggi, tanto ci mancheranno”.
“Don Elio Bromuri – dice il sottosegretario agli Interni, l’onorevole Gianpiero Bocci – è stato per tutti noi, che a vario livello ci confrontiamo per operare nel mondo cattolico, la personificazione della generosità e dell’altruismo. E, di più, egli ci ha fatto comprendere, sempre, quanto impegnativo fosse trasformare la spontaneità del farsi fratelli in azione concretamente spesa nella società.Quando, specialmente oggi, dobbiamo confrontarci con resistenze ed egoismi d’ogni tipo verso l’accoglienza – prosegue Bocci – la lezione di don Elio diventa un punto di riferimento immediato e attuale, insostituibile e progettuale: ho avuto il privilegio – io che mi sono formato sul suo insegnamento – di essere stato fra gli ultimi a incontrarlo e di avere ricevuto da lui, pur nelle condizioni estreme della sua vita, l’ulteriore spinta a far valere nelle istituzioni il senso semplice, ma immensamente appagante e proficuo per la società, della disponibilità, costi quel che costi, e della conseguente
articolazione organizzativa nel rapporto fra Stato e Chiesa. Il senso del dialogo con le altre religioni, l’ospitalità data da sempre come un aiuto a chi passa vicino alla nostra comunità e ha bisogno di un atto d’amore e di un minimo di essenziale ristoro: sono questi gli elementi di una civiltà senza aggettivi né appartenenze culturali che renderanno ancora più efficaci, domani, le parole e gli esempi di un uomo sobrio, di un sacerdote integerrimo, di un intellettuale raffinato e di un giornalista moderno come è stato, per tutti noi don Elio Bromuri”.
“Costruttore e tessitore di ponti e per anni voce di chi non ha voce”: così padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento di Assisi ricorda monsignor Elio Bromuri.
Il rettore dell’Università per stranieri, Giovanni Paciullo, in una nota si dice “particolarmente addolorato dalla scomparsa di monsignor Elio Bromuri, dovendogli tanto della mia formazione e della mia crescita nell’impegno civile; un impegno iniziato in Fuci avendolo come assistente e guida una volta che ne assunsi la presidenza. La sua sensibilità per l”accoglienza ed il dialogo tra i popoli sono stati e restano per me ancora oggi, come rettore di questo prestigioso ateneo, un riferimento fondamentale. Mancheranno a tutti la sua sensibilità, la sua generosità, il suo rigore morale, la sua comprensione nei confronti di quanti, vivendo situazioni difficili, attraverso di lui hanno potuto mantenere un rapporto con la Fede e con la Chiesa”.
“La nostra comunità perde un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano – dice il sindaco di Perugia, Andrea Romizi – Il suo impegno è stato costante nell’arco della sua vita come uomo di Chiesa, come giornalista, come intellettuale. Mancherà a questa città la sua propensione all’accoglienza, l’aiuto a chi ne aveva bisogno, la sua capacità di saper far dialogare anche mondi apparentemente diversi e lontani tra loro”.
Il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, definisce lo scomparso monsignor Elio Bromuri “grande uomo di fede e figura di primo piano nel panorama culturale e sociale dell’Umbria. Giornalista raffinato – ricorda Mismetti – storico direttore del settimanale ‘La Voce’, attento testimone di una società in continua evoluzione, monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale”.
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nell’apprendere la notizia della scomparsa di monsignor Elio Bromuri, ha espresso in un telegramma inviato all’Arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti il “profondo cordoglio e sincero dolore personale e della giunta regionale ai familiari, alla Chiesa e alla comunità cattolica perugina ed umbra, all’arcivescovo Bassetti”.
“Con la scomparsa di don Elio Bromuri – dice Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace – Perugia e l’Umbria perdono un uomo del dialogo. La sua attenzione al dialogo interreligioso, ecumenico e interculturale è stata una risorsa autentica, preziosa e, dobbiamo ammetterlo, abbastanza rara per la nostra comunità”.
L’Asu, Associazione stampa umbra, partecipa al cordoglio per la scomparsa di don Elio Bromuri.
“Don Elio – dice in nota Marta Cicci, presidente dell”Asu – derutese di nascita, ha rappresentato per Perugia e per l’Umbria, molte cose. Prete, parroco della prestigiosa parrocchia di Sant’Ercolano, strenuo sostenitore del dialogo interreligioso, studioso ed intellettuale di prim’ordine, giornalista. In questa ultima veste, ha diretto per molti decenni, senza mai “invecchiare”, il settimanale La Voce, un giornale cattolico, vivace, aperto, sensibile ai cambiamenti, che è stata una finestra aperta sulla regione e sul mondo. E’ una delle poche voci “antiche” del panorama giornalistico umbro, che si mantiene indenne a dispetto della grave crisi dell’editoria. A Don Bromuri il merito principale. Con lui, anche il mondo del giornalismo perde una figura di prim’ordine”.
L’Ordine dei giornalisti dell’Umbria ricorda monsignor Elio Bromuri, come “uomo di Chiesa, intellettuale e attento giornalista. “Direttore de La Voce dai primi anni ’80, monsignor Bromuri – prosegue l’Odg umbro – lascia un vuoto che non potrà essere colmato, ma al tempo stesso di lui ci rimarrà il frutto della sua attività, il ricordo dei suoi insegnamenti nonché la sua attività giornalistica di cui nel tempo ci ha donato ampia testimonianza”.

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