Orvieto, donna morta dopo il parto, l’azienda Usl Umbria 2 “Rispettate le procedure”

ORVIETO – E’ stata la giornata del dolore. Ieri si sono svolti i funerali della giovane mamma morta dopo il parto. Una folla commossa ha partecipato all’ultimo saluto nel Duomo di Orvieto. Intanto mentre restano stazionarie le condizioni della neonata, ricoverata all’ospedale di Perugia, la direzione dell’Ospedale di Orvieto mette a tacere alcune polemiche sollevate immediatamente dopo il fatto circa la carenza di scorte di sangue. La donna – lo ricordiamo – è morta per un evento improvviso e imprevedibile che si è verificato durante il parto che le ha comportato delle gravissime emorragie. “Nel presidio di Orvieto, in quanto ospedale dell’emergenza – scrive l’azienda Usl Umbria 2- è sempre presente, come previsto dagli standard, una dotazione di sangue di “scorta”, nello specifico erano presenti 12 sacche di sangue gruppo 0 che possono essere trasfuse a tutti i pazienti”.

L’ospedale precisa che “questo sangue viene utilizzato per fronteggiare le situazioni di emergenza in attesa della necessaria “crociatura” cioè la definizione del gruppo specifico del paziente e la relativa fornitura del sangue da parte del Servizio Trasfusionale di competenza. Nell’emergenza di venerdì scorso, secondo la corretta procedura, sono state immediatamente utilizzate una parte delle sacche di scorta presenti e, nello stesso tempo, è stata attivata la fase di crociatura che ha permesso entro un’ora e mezza di ottenere il sangue dal Servizio Trasfusionale”.

“Nel caso specifico – si legge ancora nella nota – la risposta immediata da parte della nostra struttura in collaborazione con il Servizio Trasfusionale di Terni ha consentito, nell’arco delle prime 6 ore, quelle notoriamente cruciali, di infondere quanto necessario, cioè più di 30 flaconi di sangue e 20 di plasma, senza peraltro consumare tutta la scorta che automaticamente è stata reintegrata, come previsto dalle procedure di emergenza, per eventuali ulteriori esigenze. La procedura normale prevede il ripristino immediato delle scorte di emoderivati dell’ospedale, nonché la usuale quanto indispensabile procedura di collaborazione con le forze dell’ordine al fine di provvedere ad un rapido reintegro per garantire la presenza costante di sangue”.

“Il protocollo operativo messo in atto – aggiunge l’azienda – ha permesso l’adeguato trattamento del caso consumando nella fase iniziale solo la metà dei flaconi di scorta, consentendo all’ospedale di rimanere comunque operativo anche nel caso di un altro evento di emergenza al punto che non sono stati necessari gli apprezzabili sforzi messi in atto autonomamente dall’Avis per la individuazione di ulteriori donatori. Si precisa infine che le sacche utilizzate sono tutte ovviamente tracciate come previsto dalle normative vigenti, come compete ad un Centro raccolta sangue accreditato quale quello di Orvieto”.

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