Pari opportunità, si rinnova il Cpo. La presidente Albanesi: “Sarò contenta quando chiuderemo i punti d’ascolto perché non serviranno più e non per mancanza di fondi”

PERUGIA – “Sarò contenta quando, invece di chiudere Punti d’ascolto per mancanza di fondi, li chiuderemo perché non ce ne sarà più bisogno”. Oggi il consiglio regionale dell’Umbria eleggerà la nuova assemblea del Centro per le pari opportunità e tra le 20 componenti sarà poi scelto il presidente. L’occasione giusta dunque per la presidente uscente, Daniela Albanesi, per compiere un bilancio del suo mandato.

“Per me – racconta – è stata un’esperienza straordinaria e arricchente. Ho avuto la possibilità di entrare in contatto con il personale che lavora al Centro, veramente competente e motivato e da valorizzare. Sono stata anche fortunata perché ho lavorato per sei anni con Catia Doriana Bellini, una persona straordinaria a cui è intitolato il Centro antiviolenza di Perugia”. Il Cpo è l’organismo di parità previsto dallo Statuto regionale, che fornisce servizi ma anche pareri per la normativa regionale, lette nell’ottica delle politiche di genere. Sono in campo al Cpo i Centri antiviolenza, il “Telefono donna” e la “Biblioteca delle donne”, “l’unica biblioteca di questo tipo esistente in Umbria – dice la Albanesi – con fondi lasciati da varie donne che hanno mostrato sensibilità per il Centro”.

Il Cpo si trova dunque a combattere contro la violenza sulle donne in una regione in cui il femminicidio è entrato prepotentemente nel lessico corrente. “L’Umbria però – rassicura la Albanesi – non è peggiore delle altre regioni. Le violenze attraversano tutte le culture e tutti gli strati sociali. Molto però è il lavoro che stiamo portando avanti”. La Albanesi fornisce anche dei numeri: “Nel 2003 nelle nostre due sedi si sono rivolte 230 persone, nel 2013 erano 630. 981 le donne che hanno contattato la nostra rete, tra punti d’ascolto, centri antiviolenza e Telefono donna, nel 2015. Un risultato ottenuto anche grazie alla rete che siamo riusciti a costruire, anche con i comuni”. Tre i punti di ascolto aperti, Perugia – Terni e Orvieto. Molti i punti d’ascolto, da Amelia ad Assisi, da Città di Castello a Corciano passando per Gubbio, Magione, Spoleto, Umbertide, Todi. “I punti di Foligno e Narni invece sono stati chiusi per mancanza di fondi – scandisce la presidente Albanesi – quello che non dovrebbe mai succedere”.

“Non è aumentata la violenza – dice – ma la consapevolezza delle donne, che si trovano anche ad avere servizi più vicini. La violenza è una questione culturale che si affronta sul piano culturale. Per combatterla bisogna lavorare dalle scuole, per costruire una nuova relazione tra donne e uomini: la violenza è infatti un problema degli uomini che non riconoscono la donna come un essere autonomo e diverso”.  Sul piano delle normative, “l’Umbria si è adeguata alle normative nazionali e sta adottanto il ddl sulle politiche di genere, una legge quadro non settoriale e all’avanguardia. Un vero passo in avanti per la nostra regione”.

E un consiglio a quella che sarà la nuova presidente?. “Continuare sulle strada tracciata, lavorando insieme con istituzioni e associazioni, donne e uomini”.

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