Perugia, “mazzette” in ospedale, l’inchiesta si allarga: indagato anche il vice di Appignani

PERUGIA – Si fa più complessa e amplia l’inchiesta che ha coinvolto Antonino Appignani, ex primario di chirurgia pediatrica dell’ospedale di Perugia, arrestato a maggio in flagranza di reato per aver intascato una mazzetta per il rinnovo di un contratto di un collaboratore.

Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nazione, infatti, risulta indagato anche il vice di Appignani, il dottor Mirko Bertozzi, divenuto primario facente funzioni. I carabinieri della Compagnia di Assisi, che seguono il caso, avrebbero perquisito lo studio del medico e di un amministrativo del reparto, Gian Claudio Pellico ipotizzando il reato di corruzione.

La Nazione riferisce che “secondo il sostituto procuratore Mario Formisano, nel maggio scorso ci sarebbe stato un passaggio di denaro illecito destinato all’ex primario. In particolare ci sarebbero prove della consegna di una bustarella contenente circa cinquemila euro da parte di Pellico ad Appignani. Quando poi Pellico è stato chiamato a chiarire l’episodio, avrebbe tirato in ballo il dottor Bertozzi, che ha assunto il ruolo di comando dopo l’arresto dell’ex primario, il quale attualmente ha l’obbligo di dimora a Cesenatico”.

Entrambi sarebbero già stati interrogati e mentre il primo avrebbe scaricato la responsabilità su Bertozzi, l’altro avrebbe negato tutto.

L’inchiesta che ha portato all’arresto di Appignani è scattata quando il professor Alfredo Garzi, collaboratore del primario,  denunciò il suo superiore perché  nel 2016 aveva preteso da lui una mazzetta da 12mila euro per una convenzione tra l’ateneo perugino e quello di Salerno, presso cui è ordinario, grazie alla quale il medico ha iniziato a lavorare al nosocomio di Perugia. Poi ci sarebbe stata la richiesta di altre mazzette per una proroga del progetto. Garzi aveva finto di acconsentire alle richieste illecite, ma nel frattempo lo aveva già denunciato, fino a che il 19 maggio scorso Appignani è stato arrestato in flagranza con i soldi che gli aveva dato Garzi, tutte banconote fotocopiate dai carabinieri.

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