Perugia, un protocollo per una maggiore sinergia antiterrorismo

PERUGIA – Un protocollo d’intesa antiterrorismo tra i vertici delle procure umbre, perché il contrasto al terrorismo passa anche dalla cooperazione. Con questo scopo si sono ritrovati il procuratore Fausto Cardella, il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti e i rappresentanti degli uffici giudiziari e delle forze di polizia di tutta l’Umbria. A firmare anche il procuratore  per i minori di Perugia, Giovanni Rossi, dal procuratore aggiunto di Perugia, Antonella Duchini, dal procuratore di Terni, Alberto Liguori e dal sostituto procuratore della Repubblica di Spoleto, Gennaro Iannarone.

“Il contrasto a nuove forme di terrorismo – ha detto Cardella – richiede un cambio di marcia e prospettiva per magistratura e forze di polizia”. Riferendosi al contrasto alle nuove forme di terrorismo, il procuratore generale ne ha parlato come di un campo nuovo. “Al confine – ha aggiunto – tra prevenzione e repressione. Per questo – ha concluso Cardella – pone problemi delicati”.

Fondamentale per Roberti è lo scambio di informazioni tra le strutture ordinarie e la procura antiterrorismo. A questo servirà il protocollo, che però è solo un punto di partenza. “Sono protocolli collaudati – ha detto il magistrato – ma non  sempre però hanno avuto esito soddisfacente in materia antimafia. Se i protocolli firmati non vengono fatti vivere diventano lettera morta. A Perugia certamente funzioneranno perché conosciamo il procuratore generale”. Quindi servirà uno sforzo costante, perché l’Umbria è un territorio “da tenere sotto osservazione”.

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