Polemica sui sacchetti biodegradabili: la difesa della manager di Novamont Bastioli: “E’ un progetto di paese”

TERNI – C’è anche un po’ di Umbria all’interno della polemica sui sacchetti biodegradabili che sta riempiendo le bacheche social e la cronaca politica. A finire nel mirino è stata la Novamont, azienda ternana specializzata in bioplastiche biodegradabili e compostabili, con 25 anni di ricerca. Azienda la cui amministratrice delegata è un’altra umbra, la manager di ferro Catia Bastioli. L’ad di Novamont parla su Repubblica e spiega che il suo non è un progetto di arricchimento ma “un progetto Paese”. “E’ triste che in camapgna elettorale si voglia dare una connotazione politica ad un progetto di innovazione”.

E sulla polemica: “I sacchetti si pagavano anche prima, solo che non venivano evidenziati i costi pagati dai consumatori. Se adesso si dice che hanno un prezzo è per farne utilizzare meno alla gente. Si vuole diminuire la plastica e riutilizzarla per la differenziata. Ma non c’è stata la giusta informazione dal governo”. E sull’accusa che la legge possa essere stata un aiuto governativo nei suoi confronti: “La ritengo una tesi oltraggiosa. Vergognosa – dice al Corriere della Sera – Che si possa connotare politicamente la volontà del governo di recepire una direttiva comunitaria denota a che punto siamo arrivati”.

Novamont la materia prima dei sacchetti la produce a Terni, da amido di mais e oli vegetali.

Polemica nella quale è intervenuta anche la presidente della Regione, Catiuscia Marini: “Una direttiva seria e da applicare diventa una polemica di campagna elettorale sterile – ha scritto in un post –  Una azienda Novamont, con impianti produttivi a Terni, buona pratica della ricerca , dell’Innovazione e dei brevetti Mater b diventa bersaglio di campagne contro monopoli. Un buon esempio di politiche industriali verdi (vere e fondate sulla ricerca scientifica) diventa un oltraggio ai cittadini…. per favore per una volta siamo seri e coerenti. Si all’industria verde, si alla ricerca scientifica, si alle donne manager senza insulti, si alla piena applicazione delle dierettive in materia di rifiuti, economia circolare, si ai nuovi posti di lavoro nell’industria innovativa…. e poi permettetemi nei prezzi dei prodotti ( di qualunque prodotto alimentare) non paghiamo anche i costi del packaging e degli imballaggi ?”.

 

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