Province umbre lanciano l’allarme: “Troppi tagli, a rischio servizi alle scuole, trasporti e personale”

Senza una revisione dei tagli previsti dalla legge di stabilita, le Province umbre, così come tutte quelle italiane, nel 2015 non saranno più in grado di fare i bilanci. È’ il messaggio uscito dalla seduta congiunta dei due Consigli provinciali di Perugia e Terni svoltasi oggi nella sala del Consiglio della Provincia di Perugia. Ciò che è emerso è una fortissima preoccupazione di non riuscire più a garantire l’attuale livello dei servizi e di non essere più in grado di tutelare le comunità locali.

“I tagli della legge di stabilità – ha detto il presidente della Provincia di Perugia Nando Mismetti, condividendo i concetti con il presidente di quella di Terni Leopoldo di Girolamo – renderanno impossibile fare i bilanci delle Province perché non ci saranno più risorse. Nessuno potrà più garantire i servizi minimi e le funzioni che la riforma Delrio riassegna alle Province e cioè scuole,  strade, ambiente e pari opportunità”.

Una posizione che si sposa con quella espresse ieri dal presidente dell’Upi nazionale Alessandro Pastacci che aveva lanciato l’allarme a livello nazionale.

Dal Consiglio unificato è anche emersa l’unanime consapevolezza che se cosi rimarranno le cose nel patto di stabilita, occorrerà fare gesti forti. Ad annunciarli è stato Francesco de Rebotti, consigliere provinciale, sindaco di Narni e presidente Anci Umbria.

“Convocheremo i prefetti di Perugia e Terni e riconsegneremo le chiavi dei Comuni. I tagli imposti dal governo centrale – ha detto de Rebotti – riguardano non solo le Province ma anche i Comuni e le Regioni. Se la loro entità rimarrà questa e se verrà confermata anche l’Imu sui terreni agricoli, non saremo più in grado di gestire nulla. In questo momento cosi difficile, nel quale Regioni ed enti locali vengono individuati dal governo centrale come le fonti dello spreco, dobbiamo superare le divisioni politiche e comportarci come i rappresentanti istituzionali delle nostre comunità, perché questa situazione non colpisce solo una classe politica ma l’intero tessuto sociale, civile ed economico del nostro paese”.

I due Consigli provinciali hanno approvato all’unanimità un ordine del giorno, che è stato inviato anche alla Corte dei Conti, nel quale ricordano che, se non rivisti, i tagli impediranno: il riscaldamento, i servizi telefonici e internet delle scuole, gli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione degli istituti, con ripercussioni sui livelli di sicurezza degli edifici; la manutenzione ordinaria delle strade, i servizi di vigilanza ed emergenza in caso di neve, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei corsi d’acqua e dei laghi, la vigilanza ambientale, il trasporto pubblico locale aggiuntivo, quello cioè a carico del bilancio provinciale, i Centri per l’impiego e la formazione professionale”.

La Provincia di Terni, fermi restando gli attuali tagli, per il prossimo periodo 2015-2017 prevede un disavanzo di 8 milioni nel 2015, 12 milioni nel 2016 e 16 milioni nel 2017. Un’attenzione particolare è stata espressa nei confronti del personale al quale è andata la solidarietà di tutti e due i Consigli provinciali che hanno anche ribadito l’impegno ad occuparsi degli organici delle due Province, “tutelandoli e valorizzando professionalità ed esperienze che sono un patrimonio che non va gettato via. Qui sono in gioco – è stato anche detto – storie personali, problemi di tutti i giorni, posti di lavoro e retribuzioni”.

“Se rimarranno questi tagli, la situazione sarà difficilissima – ha detto il presidente della Provincia di Girolamo – questo è un momento delicatissimo e particolare, nel quale si sta riscrivendo il rapporto fra governo centrale ed enti locali. Per far sì che questo disegno diventi virtuoso e non invece ostacolo allo sviluppo occorre, adesso, un’immediata e fortissima pressione di Regioni, Comuni e Province per ritoccare il maxi emendamento in modo che si rivedano i tagli annunciati, altrimenti si creeranno seri problemi a tutti i cittadini”.

A proposito di personale, de Rebotti ha esortato i Comuni ad utilizzare gli strumenti della mobilità fra enti per coprire nuove esigenze di personale, ricorrendo ai dipendenti delle Province prima di indire nuovi concorsi. “Nelle Province – ha dichiarato – ci sono tantissime professionalità altamente qualificate che possono essere utilizzate”.

“Questa riforma invece di raggiungere l’obiettivo della semplificazione ha in realtà complicato le cose e adesso nessuno sa più come e dove riorganizzare”, ha detto il consigliere Sergio Bruschini, consigliere comunale di Narni, il quale ha poi aggiunto: “Intanto cominciamo a fare in Umbria, dislocando dove possibile alcune funzioni e coordinando i nuovi statuti in modo organico fra le due Province umbre”.

“In questo quadro – ha affermato il consigliere Leonardo Grimani, sindaco di San Gemini – diventa molto difficile garantire i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi e il paradosso è che la costituzione ancora assegna alle Province funzioni essenziali per i cittadini”.

 

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