Ragazza con problemi psichici costretta a prostituirsi, Carabinieri Spoleto arrestano tre persone

SPOLETO – La costringevano a prostituirsi tutti i giorni abusando di lei e delle sue condizioni di salute. E’ una bruttissima storia accaduta a una ragazza 26enne di Spoleto, vittima e succube del padre e di un romeno del quale lei stessa era innamorata. E’ un indagine condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Spoleto, coordinati dalla Procura della Repubblica di Spoleto. L’attività, cominciata nell’agosto 2016, si è conclusa con l’arresto di tre persone, due in carcere ed una agli arresti domiciliari. Tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

La ragazza, affetta da deficit cognitivo, non poteva ribellarsi a questa situazione ed era continuamente minacciata sia dal padre sia dal compagno. Il primo – è stato detto in conferenza stampa – le ripeteva spesso che l’avrebbe cacciata di casa (i due vivevano nella stessa abitazione ndr). Il secondo, sfruttando il sentimento che la ragazza nutriva nei suoi confronti, la minacciava che l’avrebbe lasciata se non avesse guadagnato almeno centro euro al giorno. Denaro che la giovane era costretta a consegnare ogni sera. Il romeno che la controllava nelle attività di meretricio aveva anche avviato la pubblicazione di annunci online erotici, al fine di procacciare il massimo numero di clienti. L’azione dei due aveva permesso di costituire una rete di almeno 80 clienti, non solo locali ma che, grazie agli annunci su internet, si stava allargando nell’intero territorio regionale e che procurava un’entrata giornaliera di danaro mediamente quantificabile in circa 200 euro.

La giovane si incontrava con i clienti procacciati dal padre e dal romeno in zone boschive dell’hinterland spoletino o presso un albergo situato all’ingresso della città. Era stata notata ripetutamente in attesa, in alcuni punti del centro cittadino, dove veniva avvicinata da numerosi uomini che, giunti a bordo di autovetture, la facevano salire e con la stessa si allontanavano per consumare il rapporto sessuale in altri posti. Era costretta a prostituirsi con un numero indeterminate di clienti, anche con quelli con i quali la stessa non voleva.

Nel corso delle indagini è emerso che il gestore di un albergo cittadino abitualmente tollerava la presenza della ragazza, che non registrava, mentre intratteneva gli occasionali clienti all’interno di camere della struttura ricettiva. Quest’ultimo è colui finito agli arresti domiciliari. L’intuizione investigativa dei carabinieri supportata e coordinata dalla Procura della Repubblica di Spoleto ha permesso di troncare l’aberrante reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, aggravate dalla circostanza che uno dei rei è il padre della vittima, dalle minacce cui la stessa è stata sottoposta e dall’aver approfittato del suo stato di infermità mentale, e di restituire dignità ad una giovane ragazza affinché possa reinserirsi in un sano tessuto sociale.

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