Regionali, la “Sinistra per l’Umbria” chiede nuova coalizione dal M5S ai Civici

PERUGIA – “Occorre definire e avanzare agli umbri una proposta politica radicalmente innovativa, un progetto di svolta sul piano politico, economico, sociale e culturale”. Questo il pensiero dei rappresentati del comitato ’La sinistra per l’Umbria’ in vista delle elezioni regionali del 27 ottobre. “La fase che si è aperta – continuano gli esponenti del comitato –, con il varo del Governo nazionale sostenuto da Pd, M5S e Leu, ha riaperto la sfida per il governo regionale. Una sfida che non può prescindere dalla costruzione, anche in Umbria, di una nuova coalizione aperta ai civici, alle forze della sinistra e del centrosinistra, ai cattolici democratici, al Pd e al M5S. Una nuova coalizione che superi i modelli fin qui conosciuti, che sia includente e possa mettere in campo tutte le forze e le risorse umane utili a invertire la rotta del declino economico dell’Umbria”. Secondo il coordinamento de ‘La sinistra per l’Umbria’, “questo sarà possibile solamente se si abbandonano i tatticismi, la difesa di piccole e grandi rendite di posizione e si creano le condizioni per consentire a tutte le forze in campo di poter contribuire al meglio alla riuscita del progetto”. “Il prossimo candidato alla presidenza regionale – continuano –, o sarà in grado di unire tutti i soggetti che si oppongono alle destre razziste, xenofobe e sessiste incarnate da Lega e Fratelli d’Italia, o sarà condannato alla sconfitta. In questo senso è nostra convinzione che il M5S sia assolutamente legittimato ad avanzare una propria candidatura per il conseguimento di questo obiettivo”. Gli esponenti del comitato La sinistra per l’Umbria passano poi ad analizzare l’economia umbra: “La crisi economica del liberismo ha investito in pieno l’Umbria e ha prodotto la crisi irreversibile del modello di sviluppo regionale, con effetti devastanti sugli assetti sociali, economici, culturali. Dal 2008 a oggi il Pil è crollato di 16 punti percentuali a fronte di un calo di quello nazionale pari al 5 per cento. È aumentato il lavoro nero e la povertà mentre i salari sono diminuiti drasticamente, così come il potere di acquisto delle pensioni”. “L’edilizia e i lavori pubblici – continuano – sono al palo; le privatizzazioni non hanno generato alcun risparmio né maggiori utili alla comunità regionale; la disarticolazione di ampi settori del welfare regionale, affidati alla cooperazione e al privato sociale, ha determinato bassi salari senza aumentare l’offerta dei servizi pubblici. Serve per questo una svolta radicale profonda nelle politiche economiche e sociali, a partire da un nuovo ciclo di investimenti pubblici e privati”. La sinistra per l’Umbria valuta prioritaria la definizione di un Piano regionale del lavoro “per la piena occupazione, soprattutto giovanile, e fondato su innovazione tecnologica, nuove politiche ambientali, di salvaguardia e riconversione ecologica dell’industria regionale”. “Occorre – sempre secondo il coordinamento – massimo impegno nella lotta contro le vecchie e le nuove povertà, con politiche abitative per la tutela del diritto alla casa, la salvaguardia della sanità pubblica e dei servizi pubblici essenziali, anche attraverso la ripubblicizzazione di quelli fin qui esternalizzati”. La sinistra per l’Umbria reputa necessario “opporsi all’idea scellerata dell’autonomia regionale differenziata, vera e propria secessione dei ricchi in un’Italia delle piccole patrie, e investire in una nuova dimensione istituzionale, quella dell’Italia mediana, per ripensare l’Umbria e crescere insieme alle altre regioni del centro Italia”. Il comitato auspica poi una riforma istituzionale regionale “che si fondi sulla semplificazione e la sburocratizzazione, che ragioni su una nuova legge elettorale e sull’abrogazione del presidenzialismo”. “Non possiamo immaginare – dichiarano gli esponenti – di costruire l’Umbria dei prossimi vent’anni con ricette passate e non più attuali”. In conclusione, secondo il comitato de La sinistra per l’Umbria, “solamente una nuova coalizione, larga, plurale, inclusiva, portatrice di forti istanze riformatrici e alla base di un progetto politico nuovo all’insegna dei cambiamenti e dei rinnovamenti necessari all’Umbria del futuro potrà impedire alla peggior destra di minare le fondamenta civili e democratiche della nostra regione”.