Regione e Anci in guerra con la Soprintendenza, Marini: “Il ministro intervenga su Gizzi”

Usa parole durissime la presidente della Regione dell’Umbria, Catiuscia Marini, contro la Soprintendenza tanto che arriva a chiedere al ministro Franceschini di intervenire sul soprintendente Stefano Gizzi “per i danni che sta creando”. Lo ha detto partecipando alla conferenza stampa dell’Anci nel corso della quale è stato presentato un dossier di una trentina di pagine che ha come destinatari la presidenza del Consiglio e il ministro dei Beni culturali, redatto e sottoscritto da Regione Umbria, Anci regionale e Rete delle professioni sulla “situazione che si è venuta a creare a seguito del nuovo assetto dell’organizzazione periferica” del Mibact, con lo “stallo pressoché totale di tutta una serie di procedimenti amministrativi di rilascio di autorizzazioni e pareri in materia paesaggistica e su beni vincolati, anche in relazione a progetti di opere pubbliche che erano stati precedentemente autorizzati”.
La presidente Marini evidenzia i “danni gravissimi che modalità anomale di interruzione dei procedimenti rischiano di causare, e in molti casi stanno già causando, all’Umbria, alla sua economia, ai suoi comuni e a molte imprese private”.
Marini ha poi riferito che “molti dei sindaci interessati hanno chiesto di poter parlare con il soprintendente, ma non sono stati ricevuti: è ora che il Governo e il ministero intervengano. Tenendo conto, tra l’altro – ha sottolineato la presidente – che l’Umbria, con il proprio patrimonio artistico e architettonico, ha una lunga storia di collaborazione con le autorità preposte a tutelarlo, comprovata anche da un tasso di abusivismo che, con il 6 per 1.000, è tra i più bassi in Italia”
Nella premessa al dossier, la Regione, i Comuni umbri e le associazioni professionali evidenziano che “l’insieme dei dinieghi e dei procedimenti non conclusi nei termini ordinari agisce su un parco di progetti già approvato e finanziato che mobilita investimenti stimati in oltre 120 milioni di euro, molti dei quali cofinanziati dall’Unione europea”.

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