Spoleto, ex Panetto & Petrelli, tensione tra Confcommercio e Comune

SPOLETO – C’è tensione a Spoleto fra Confcommercio e Comune sulla questione della riqualificazione degli immobili industriali delle  ex Arti Grafiche Panetto & Petrelli, per cui ci sarebbe il progetto di realizzare un nuovo centro commerciale. Da una parte c’è il presidente dell’associazione, Tommaso Barbanera, preoccupato per l’ipotesi grande distribuzione e chiede all’Amministrazione comunale di sospendere le procedure. Dall’altra l’assessore all’Urbanistica Antonio Cappelletti che parla di strutture private per cui il Comune non può fare un bel niente.

“Stando alle voci in circolazione – sostiene Barbanera – sembrerebbe che il progetto in questione sia di tipo commerciale. Sul punto ho avuto già modo di esprimere l’opinione della mia Associazione: totale disaccordo rispetto ad un ulteriore incremento di metri cubi di commercio in una città già satura di certi format distributivi”.

E ancora: “Ci piacerebbe poter parlare di innovazione, capitale umano, nuovi trend di consumo: tutte cose che con il mattone, le varianti urbanistiche e le volumetrie hanno poco a che fare, visto che il mondo della distribuzione sta andando sempre più verso formule soft e sempre meno verso nuove strutture.Troppo spesso, invece, assistiamo ad un utilizzo del commercio e delle sue strutture come bancomat buono per far fare cassa a molti. L’auspicio sarebbe quindi che per una volta questi siti industriali dismessi venissero convertiti in qualcosa di diverso dallo shopping, magari puntando su altri drivers di sviluppo quali l’arte, la cultura, l’innovazione”.

Per questo Confcommercio chiede all’Amministrazione comunale di “sospendere qualsiasi procedura e che si avvii quanto prima una fase di confronto sulla visione che questa Amministrazione ha del commercio, del suo ruolo e delle necessità che ha questa città in termini di servizi e di innovazione”.

La replica del Comune, tramite l’assessore Cappelletti, è che “nessuna formale di richiesta di piano attuativo o permesso a costruire è stata sinora presentata presso gli uffici dell’assessorato all’edilizia ed urbanistica. Ed è forse bene allora precisare che l’immobile in questione non è di proprietà pubblica e che è pertanto soggetto alle scelte che i proprietari intenderanno fare compatibilmente con la sua destinazione urbanistica. Dire, che il Comune dovrebbe ‘sospendere qualsiasi procedura’ equivale a chiedere una cosa che un Presidente della Confcommercio dovrebbe saper bene che non si può fare.

Il piano del commercio, come ugualmente dovrebbe ben sapere Barbanera, non è nella disponibilità del Comune ma di enti sovraordinati che hanno già legiferato e stabilito che strutture commerciali di determinate caratteristiche , possano essere realizzate senza essere soggette alla mera discrezionalità dell’ ente comunale nel consentire o non consentire quell’insediamento. L’unica cosa che il Comune può fare, ed anche questo entro certi limiti, è imporre in un eventuale piano attuativo anche interventi ulteriori rispetto a quello prospettato e chiedere che il progetto architettonico abbia determinate caratteristiche con il mantenimento, come potrebbe essere in questo caso ed ove possibile, di testimonianze della c.d. archeologia industriale. Questo sempre che sussistano tutti i paramenti urbanistici e non, affinché quel progetto possa essere assentito, verifica che ancora non è stata fatta poiché, come detto, non c’è stata formalizzazione di alcuna domanda”.

“Non possiamo – continua –  poi che essere d’accordo con chi propone di realizzare su quell’area meravigliosi progetti a servizio della collettività, ma forse occorrerebbe pensare che ogni intervento di un privato deve avere una sua sostenibilità economica e che se il raggiungimento di quella sostenibilità non risulta possibile, si rischia di creare nuove zone lasciate all’abbandono, come sta già rischiando di diventare il sito in questione”.

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