Tabacco, in Umbria in settore tira, tutti i numeri in occasione del congresso Unitab

Si è aperto oggi a Perugia, sul tema ‘La sostenibilità economica del tabacco per mantenere l’occupazione in Europa’, il 34esimo congresso di Unitab, l’unione delle associazioni dei produttori e trasformatori di tabacco dei paesi dell’Unione europea. Ai lavori, che si svolgono all’hotel Giò, prendono parte circa 450 delegati da Ungheria, Belgio, Svizzera, Germania, Spagna, Francia, Grecia, Polonia, Bulgaria e Italia. Insieme domani eleggeranno il successore dell’ungherese Illés Bényei, attuale presidente di Unitab. Il nuovo presidente, che dovrà essere italiano in quanto l’Italia è il paese che ospita l’assemblea, sarà scelto anche da 70 delegati umbri.

“Non a caso abbiamo scelto questa regione per l’evento – ha commentato Oriano Gioglio, presidente di Unitab Italia – Qui le istituzioni sono state più sensibili ai problemi del settore. Non tanto per la produzione in sé, quanto per il lavoro e l’indotto che crea. Si calcola che ogni euro di tabacco prodotto sviluppa oltre due euro di valore di indotto. L’Umbria accoglie, inoltre, le migliori industrie di macchine agricole e per la trasformazione del tabacco che esportano in tutto il mondo”. In Umbria, al 2013, secondo i dati di Unitab, erano presenti 324 produttori, per un totale di superficie coltivata di 5381 ettari e una produzione complessiva di 14mila tonnellate di tabacco. Numeri rilevanti anche se in calo, rispetto al 2010, di circa il 20 per cento per quanto riguarda la superficie coltivata, quando all’epoca era di 6739 ettari, e di circa il 21 per cento per la produzione, che in quell’anno è risultata di quasi 18mila tonnellate.

“La situazione in questi ultimi anni – ha ricordato Gioglio – è stata difficile a causa dell’interruzione degli aiuti diretti alla produzione nel 2010. Stiamo superando questa fase e ci stiamo organizzando a livello nazionale ed europeo”.

Di queste problematiche si è discusso nel corso del primo incontro della giornata, introdotto dallo stesso Gioglio, a cui hanno portato il loro contributo Béneyei, François Vedel, segretario di Unitab, Michele Fioroni, assessore allo sviluppo economico del Comune di Perugia, Roberto Moncalvo, Secondo Scanavino e Mario Guidi, presidenti rispettivamente di Coldiretti, Cia e Confagricoltura. “In Italia – ha detto Gioglio – abbiamo affrontato il mercato sollecitando il ministero delle politiche agricole a definire accordi di programma con chi fa sigarette e sigari”.

Un modello questo che si è concretizzato con la creazione dell’Organizzazione interprofessionale ‘Tabacco Italia’. “Un organismo – ha detto il suo presidente Gennaro Masiello, intervenuto al congresso – che mette insieme produttori e trasformatori per suggerire a istituzioni e mercati politiche e strumenti nuovi. Bisogna fare accordi seri con gli utilizzatori finali del tabacco, i manifattori devono rinnovare gli accordi pluriennali di acquisto e gli agricoltori saranno, così, nelle condizioni di poter coltivare bene, con serenità e nel rispetto dei disciplinari, creando sviluppo nel proprio territorio”. “La tabacchicoltura – ha affermato Vedel – avrà un futuro in Europa se si baserà su sostenibilità, qualità e conoscenze tecniche e se i poteri pubblici si raduneranno intorno ad accordi interprofessionali. L’Umbria, con le sue solide organizzazioni professionali e con le sue attente istituzioni pubbliche, dovrà essere un esempio per tutti”.

 

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