Terni, bufera sulla questione della zona a traffico limitato: il Comune pensa all’apertura. I Commercianti chiedono i fatti; per Melasecche è la “solita storia, il solito bluff. Mancano i parcheggi”

TERNI – Si riscatena la questione “aprire in orari precisi o meno” la zona a traffico limitato. La bufera si scatena questa volta con una interrogazione del consigliere comunale Paolo Crescimbeni. Per il consigliere è possibile una sperimentazione sugli orari di apertura della Ztl. “La richiesta – ha detto Crescimbeni – è fortemente sostenuta da gran parte dei commercianti ritenendo che la rigorosa zona Ztl di Temi contribuisca alla crisi del tessuto commerciale della nostra città”.

Sulla diatriba interviene anche il presidente di Confesercenti, Italo Federici: “Se c’è volontà di procedere è l’Amministrazione che si fa parte attiva con le categorie interessate e non aspetta o delega ad altri soggetti. A tal proposito, se le condizioni diventano operative, come Confesercenti auspichiamo che, oltre alle organizzazioni di categoria partecipino i residenti”.

Sull’altra sponda c’è invece l’assessore Emilio Giacchetti: “Entro settembre verranno completati i varchi elettronici e saranno realizzate delle strutture a tutela della zona pedonale. Solo allora si potrà pensare a esaminare la possibilità e l’utilità di diverse sperimentazioni”.

Il consigliere Enrico Melasecche (I Love Terni) pensa invece che sia “assurdo solo parlare di riapertura. Inutile portare l’esempio di Roma e Perugia, quella di Temi è percorribile a piedi in lungo e in largo senza alcuna fatica. Non ci sono aree di sosta. Intensificare il traffico vuol dire paralizzare il centro. Sono altre le leve da utilizzare per portare nuovi visitatori, potenziali acquirenti in centro, come il decoro urbano, la pulizia, giardini minimamente curati, le vetrine accese di sera anche dopo l’orario di chiusura una offerta merceologica originale, manifestazioni di livello non tanto al chilo, non solo manifestazioni politiche, una illuminazione rassicurante ed una vigilanza che rimane ad oggi largamente insufficiente.”

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