Terni, l’inceneritore ex Printer pronto a bruciare nuovi tipi di rifiuti

TERNI – L’inceneritore Printer, fermo da tre anni, potrebbe bruciare rifiuti ospedalieri e rifiuti urbani nella forma di cdr (combustibile da rifiuto). In attesa del rinnovo delle autorizzazioni, la “Terni Biomasse”, società ternana della holding ravennate Tozzi spa nel 2013 ha acquistato l’impianto ex Printer, ad agosto avrebbe presentato in Regione una richiesta di valutazione di impatto ambientale in cui si comunicherebbe di essere pronta a bruciare rifiuti ospedalieri, fanghi da depurazione, e cdr. Nel stesso atto annuncerebbe la volontà di dismettere la tecnologia a pirolisi per passare esclusivamente alla combustione diretta dei rifiuti.

La stessa società, nei giorni scorsi avrebbe richiesto alla Provincia di convertire le vecchie autorizzazioni. L’impianto, attualmente ancora fermo, è autorizzato a bruciare biomasse e pulper, scarti di cartiera assimilati secondo la normativa alle biomasse. Sembra quindi, che con queste nuove richieste, voglia le autorizzazioni a bruciare nuovi tipi di rifiuti.

Sul fronte del Comune va ricordato che l’amministrazione di Palazzo Spada ad aprile ha diffidato, la Terni Biomasse a riattivare l’impianto di Maratta. Un altolà dettato da motivi tecnici e giuridici, a fronte di una richiesta di procedura abilitativa semplificata, Pas, per la riaccensione del bruciatore autorizzato nel 2005. Il Comune, sempre ad aprile, ha chiesto una valutazione della vicenda alla Provincia anche in base al fatto che nove anni fa l’ente di Palazzo Bazzani partecipò alla Conferenza di servizi e si espresse sulle autorizzazioni.

Ora si profila questo nuovo scenario all’orizzonte che fa tornare sulle barricate il comitato “No inceneritori” che chiede al Comune una posizione netta: “Ci aspettiamo dal Comune che sia conseguente con le promesse elettorali soprattutto con quella secondo cui l’amministrazione si sarebbe opposta nelle sedi opportune ai nuovi processi autorizzativi”.

 

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