Terremoto, 224 attività da delocalizzare in Valnerina

NORCIA – Sono oltre 200, per la precisione 224, le aziende che hanno espresso la necessità di delocalizzazione delle aree di Norcia, Cascia e Preci. E’ quanto emerge dalla riunione che si è tenuta a Norcia, presso la sede del Coc, e che ha visto per fare il punto della situazione con il vicepresidente Fabio Paparelli. La Regione ha avviato l’iter per la formalizzazione vincolante delle richieste di delocalizzazione delle attività produttive danneggiate dagli eventi sismici ed inagibili.

Nel corso dell’incontro che è servito per fare il punto della situazione, è emerso che le attività produttive che hanno evidenziato, fino ad oggi, la necessità di delocalizzarsi ed ubicate nei tre Comuni sono state complessivamente 224, di cui 201 solo a Norcia. In particolare esigenze di delocalizzazione rilevate sono state rilevate per 22 bar e ristoranti del centro di Norcia, 55 altri esercizi commerciali sempre del centro di Norcia, 28 attività nelle immediate vicinanze della città, sette imprese nelle frazioni, 19 attività di servizi e 36 professionisti oltre a 34 imprese nel paese di Castelluccio. A queste si aggiungono 13 imprese a Preci e 10 a Cascia.

“Le domande potranno essere presentate fino al prossimo 10 febbraio – ha sottolineato Paparelli – al fine di consentire una ricognizione puntuale e formale delle esigenze. In questi tre mesi di lavoro la Regione ha fornito, in forma continuativa, un’interfaccia alle imprese e ai professionisti che operano nei territori colpiti dal sisma ed ha proceduto ad una prima definizione del quadro delle esigenze di delocalizzazione immediata e temporanea ai sensi dell’ordinanza 9/2016 e successive modifiche ed integrazioni, emanate dal Commissario del governo per la ricostruzione interfacciando oltre 300 attività economiche. A partire da questi giorni i funzionari della Regione, del Comune e della Protezione civile, provvederanno a contattare, anche con la collaborazione delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, i titolari delle attività per perfezionare le domande attraverso un’apposita modulistica. Alla luce della ricognizione definitiva, si procederà con le modalità per l’attuazione della delocalizzazione e d’intesa con le stesse imprese, attraverso una fase di ascolto e condivisione, compatibili con le procedure stesse. L’ordinanza prevede infatti quattro modalità distinte di delocalizzazione: in altro edificio agibile, nel lotto di pertinenza o nelle immediate vicinanze, in strutture unitarie completamente realizzate dalla regione, in aree urbanizzate allo scopo”.
Il vicepresidente Paparelli ha reso noto inoltre, che la Giunta regionale ha approvato un atto per la formalizzazione della procedura online per la richiesta di un’indennità di 5 mila euro per i titolari di partita Iva, lavoratori autonomi e imprenditori che abbiano sospeso l’attività. “Gli uffici regionali – ha riferito Paparelli – hanno attivato una piattaforma per la compilazione della domanda di cui la Giunta ha deliberato l’operatività e che sarà resa disponibile sul sito della Regione Umbria e ‘Lavoro per te’. I tecnici stanno lavorando per rendere disponibile la piattaforma da domani, giovedì 2 febbraio. Il meccanismo permetterà alla Regione di interfacciarsi direttamente con l’Inps che provvederà alla liquidazione dell’indennità”.

Concludendo il vicepresidente ha affermato che “la Regione sta sensibilizzando le autorità nazionali affinché possa essere valutata l’estensione della misura dei 5000 euro anche per il 2017 per le aziende inagibili e la possibilità di riconoscere il danno indiretto per i settori del turismo e del commercio, nell’intera regione. In attesa che il piano di comunicazione elaborato da Enit dia suoi frutti e che la ricostruzione sia avviata, le nostre imprese hanno bisogno di ammortizzatori sociali per guardare con un pò di serenità all’immediato futuro”.

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