Terremoto & Archeologia: tesori distrutti, tesori svelati

NORCIA – Il terremoto distrugge i tesori d’arte ma, talvolta, li svela. È accaduto in passato, sta accadendo adesso, dopo gli eventi sismici del 2016. È notizia di questi giorni che, durante i lavori di  urbanizzazione per la realizzazione delle Soluzioni Abitative di Emergenza,  in località Opaco sono venute alla luce altre sei tombe di epoca romana che fanno parte della necropoli principale dell’antica Nursia.

Non dovrebbe essere una sorpresa inaspettata visto che è ormai noto il fatto che nel piano di Santa Scolastica le tombe si distribuiscono su entrambi i lati dell’attuale strada provinciale e sono particolarmente fitte proprio nella zona industriale mentre sembrano esaurirsi a circa un chilometro e mezzo da Porta Ascolana, una delle porte della cinta medievale di Norcia.

La loro distribuzione, probabilmente, è in rapporto con l’antica viabilità che collegava Norcia al distretto reatino attraverso il percorso che dalla città raggiungeva proprio la località di Opaco.

I primi rinvenimenti archeologici noti nell’area risalgono al 1840 quando venne ritrovato un vaso attico a figure rosse, una pelike del V secolo a.C. attribuita al pittore di Oinanthe, conservata oggi ai Musei Vaticani. Anche durante i lavori di costruzione della stazione ferroviaria, tra il 1870 e il 1925, vennero rinvenute una quarantina di tombe dell’età ellenistica e della prima età imperiale-romana. Nella seconda metà del Novecento, con lo sviluppo della zona industriale, si hanno notizie confuse di altri rinvenimenti di tombe, purtroppo non segnalati alle autorità competenti. Negli ultimi anni, il controllo sistematico delle nuove costruzioni ha permesso di meglio tutelare e comprendere le antiche necropoli nursine, portando alla conduzione di scavi archeologici estensivi in occasione della costruzione del parcheggio sotterraneo in località Campo Boario, del caseificio della Grifo Latte in località Opaco, di un capannone industriale presso il cantiere dell’Edilblock,  degli impianti sportivi in località Colle dell’Annunziata dove, qualche mese prima del sisma del 2016, il comune di Norcia, sospese i lavori di completamento della lottizzazione Altavilla-Carucci poiché venne effettuato uno sbancamento non autorizzato dell’area vincolata.

I ritrovamenti effettuati in  occasione dei lavori per il Giubileo del 2000, presso il Campo Boario  hanno portato a dei risultati importanti con risvolti anche turistici: è stata allestita infatti una mostra permanente presso il Criptoportico romano di Porta Ascolana  mentre presso il Museo civico-diocesano della Castellina, grazie all’opera dell’associazione ArcheoNursia, è stata ricostituita la tomba di un antico capo-clan. Inoltre, i ricercatori  del Dipartimento di biotecnologie cellulari ed Ematologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, hanno estratto il  Dna conservato nelle ossa o nelle radici dentali degli inumati. Una operazione particolarmente complessa per  ricostruire il patrimonio genetico e la fisionomia delle popolazioni dell’Italia antica.

Tornando alla realizzazione delle Soluzioni Abitative di Emergenza nel territorio nursino, nei mesi scorsi altri ritrovamenti archeologici sono stati effettuati sempre nella zona di Opaco e anche ad Ancarano di Norcia, dove è stata ritrovata una grande cisterna di epoca pre-romana poi ricoperta per evitare ulteriori ritardi nella realizzazione delle ‘casette’. Anche Ancarano, infatti dal punto di vista archeologico, risulta essere particolarmente interessante per la presenza di un santuario  che nelle diverse campagne di scavi ha restituito tracce labili di strutture terrazzate su cui si ergevano edifici utilizzati come impianti abitativi e per il culto mentre particolarmente ricca è risultata essere la stipe votiva, con bronzetti raffiguranti guerrieri muniti di elmo, lancia e corazza oltre a  figurine di offerenti maschili, femminili e animali. Il luogo si prestava alla riunione di popolazioni per mercati, festività e occasioni sociali offerte dalla transumanza, proprio al limite tra due vallate ben coltivabili, in una zona di valico, incrocio di collegamenti volti sia verso Camerino che verso Ascoli.

Un patrimonio culturale che Archeonursia –  Gruppo archeologico Nursino – fondato nel dicembre 2000 a Norcia ha voluto tutelare e valorizzare nel passato con allestimenti espositivi, conferenze, pubblicazioni, visite guidate  presso il museo della Castellina e del criptoportico romano di Porta Ascolana grazie all’azione di volontariato  dei propri soci.

Il popolo del web, alla notizia del ritrovamento delle sei tombe di epoca romana, si è lasciato andare a diversi commenti, come nel caso di Marco (‘Perché, non lo sapevano? Se dalla Grifo alla cava era tutta una necropoli!) o  di Cristina (Ora cadono dalle nuvole e ci bloccano i lavori). Anche Rita M. sostiene che il ritrovamento ‘era prevedibilissimo, se non scontato che lì ci fosse una necropoli e le fa eco Rita N. dicendo che ‘si farà un po’ di scena, poi bam, verrà ricoperto tutto, perché noi la storia non ce la sappiamo tenere…– aggiungendo poi che –  si poteva prevedere costruendo in un’altro sito e tenere da conto quella che sarebbe stata una grande risorsa’. Vedremo cosa deciderà nelle prossime ore la Soprintendenza Archeologica che,  a breve, si recherà sul posto per  effettuare un sopralluogo.

 

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