Ulivi patrimonio Unesco, l’Umbria avanza la sua candidatura

TREVI – L’Umbria ci riprova e attraverso una serie di Comuni avanza la propria candidatura per inserire gli ulivi all’interno della lista a patrimonio dell’Umanità. La richiesta nello specifico riguarderebbe proprio i terreni dove crescono i secolari ulivi. A promuovere questa idea sono state le città di Assisi, Spello, Foligno, Campello sul Clitunno e Spoleto, oltre a Trevi capofila dell’iniziativa, tutti Comuni accumunati da un territorio dall’alto valore aggiunto tanto che questa area ha acquisito l’etichetta di Denominazione di origine protetta. Il paesaggio di questa zona è molto tipico, caratteristico, dove il verde incontaminato la fa da padrone. Ma ciò non basta. La lista delle candidature a patrimonio Unesco, anche in Italia è molto lunga e sicuramente ci vorrà del tempo prima di ricevere una risposta. La “Fascia olivata” che viene promossa, comprende circa un milione 240 mila piante di ulivo, per una percentuale che si aggira intorno al 23 per cento del totale dell’Umbria. Trevi, che con il suo paesaggio peculiare e le colline in cui si coltiva il “moraiolo”, fa anche parte della Strada dell’Olio Extravergine d’Oliva Dop Umbria. Tale associazione è stata  fortemente voluta dalla Regione poichè rappresenta un importante strumento di promozione integrata del territorio, anche grazie alla sinergia attivata tra il settore pubblico (i tanti Comuni interessati) e quello privato (produttori, ristoratori, artigiani, consumatori). Del resto l’iscrizione al Registro nazionale del Paesaggio rurale e la candidatura per il programma Giahs (Globally Important Agricultural Heritage Systems) sui siti agricoli culturali della Fao è stata già inoltrata e dovrebbe essere in dirittura di arrivo. La salvaguardia di questo territorio comunque diventa sempre più urgente anche alla luce del fatto che sta diventando sempre più complicato raccogliere l’uliva che in zone impervie dove l’erbaccia avanza, le macchine con difficoltà riescono a arrivarci e la manodopera è sempre più scarsa e costosa. E va detto pure che gli uliveti svolgono anche una funzione idrogeologico, e le stesse piante garantiscono la stabilità del suolo. Ora la partita è aperta. È vero che ci sono altre quaranta candidature davanti a questa degli ulivi, ma la competizione per ottenere il riconoscimento Unesco vale sicuramente l’attesa che sarà necessaria per ottenere il verdetto finale.

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